Perché annoto i libri: una prova divenuta abitudine
Perché annoto i libri: una prova divenuta abitudine
Ciao a tutti lettori, per la prima volta sul blog vi porto un post di discussione su un argomento che mi sta molto a cuore: le annotazioni sui libri. O le si ama o le si odia, non esiste una via di mezzo, ma ognuno personalizza i libri nel proprio modo.
Io sono sempre stata una di quelle lettrici che doveva avere i libri immacolati, privi di qualsiasi macchia, briciola o segnetto a matita. Dovevano essere intonsi. L'unica cosa che vi scrivevo sopra era il nome, sulla prima pagina, in penna. Ma questo era giustificabile, in quanto ho sempre avuto la passione di condividere le mie letture e quindi organizzo scambi di libri da sempre. Questo era il mio piccolo modo per avere la certezza che me li restituissero, anche se tutte le persone alla quali prestavo (e presto tuttora) i miei libri erano persone di fiducia, scelte tramite un'accurata selezione e analisi di ogni loro minimo gesto e abitudine letteraria. Questo mi è rimasto tutt'oggi .
Ma veniamo al dunque, come ho fatto a cambiare radicalmente schieramento? Come sono diventata una che "rovina" i libri? Qual è stato il fattore scatenate?
Tutto è partito dalla lettura di "Twilight" di Stephanie Meyer in terza media, quel libro mi era piaciuto a tal punto da averlo letto e riletto innumerevoli volte, giungendo infine al sorgere di un problema, avendo trovato delle parti che mi piacevano particolarmente ed avendo il desiderio di rileggerle potendo saltare gli avvenimenti del mezzo ebbi l'idea contrassegnarle in qualche modo per riuscire a trovarle.
La mia prima fu quella di segnarmi i numeri delle pagine a inizio libro, poi non soddisfatta, passai allo stadio successivo e feci un'azione di cui mi pento ancora oggi, le evidenziai in rosa. Il mio pentimento arrivò subitaneo e mi accorsi di aver rovinato quel libro per sempre.
Da quel momento in poi ho deciso di essere più discreta, quindi ho iniziato a sottolineare parole, frasi o interi paragrafi in matita e con l'aiuto di un righello, trovandomi benissimo.
Questo fino a poco tempo fa, quando dopo aver visto innumerevoli video di booktuber che annotavano i propri libri utilizzando dei post-it per segnare le pagine, quest'idea mi è sembrata talmente geniale da volerla provare io stessa. Proprio per questo ho ideato il mio codice di colori: Rosa per il romance, Giallo per le scene che mi piacciono/scene divertenti, Blu per le frasi belle ed infine Verde per le descrizioni di sensazioni, stati d'animo e sentimenti. In breve ci ho preso la mano ed attualmente i miei libri preferiti sono chiaramente riconoscibili dalla quantità abnorme di post-it presenti.
Inizialmente utilizzavo questa tecnica: prima leggevo il libro e ad una seconda rilettura, non completa, ma con la ricerca di parti interessanti, sottolineavo ed aggiungevo i post-it corrispondenti. Questo perché io sono sempre stata una lettrice molto veloce e non volevo limitare il mio ritmo fermandomi per segnare dei passaggi. Al momento applico ancora lo stesso schema, ma a volte capita che io riesca ad attuare tutti i passaggi durante la lettura, senza comprometterne la velocità.
Infine una novità piuttosto recente del mio percorso nell'annotazione dei libri è stata l'aggiunta di commenti a bordo pagina. Tutto iniziò con la lettura "obbligatoria" per le vacanze de "I Racconti di Canterbury" di Geoffrey Chausser per italiano. Quel libro procedeva ad una lentezza tale e presentava un numero talmente eccessivo di digressioni, da annoiarmi a morte. Per rendere la lettura più interessante, dunque, mi fermavo per scrivere i miei pensieri relativamente a delle frasi, ai personaggi o a qualsiasi cosa mi passasse per la testa. Infatti alcuni di essi sono incomprensibili ai più. Devo dire che, malgrado questo espediente, non sono riuscita a concludere il romanzo, fermandomi a poco meno di metà. Ma questo è stato il punto di partenza per i commenti acidi, sarcastici o irriverenti. Commenti di questo genere sono spesso presenti su libri da leggere per scuola che non mi sono piaciuti particolarmente oppure su libri che ho valutato insignificanti, che non mi hanno colpito.
Quindi, dopo avervi spiegato com'è nata e si è evoluta quest'attività arriviamo alla domanda d'obbligo: Perché annoto i libri? Io vedo questo processo come un modo per personalizzare i libri, renderli unici, solo miei. Tramite le frasi, le sottolineature e i post-it vi lascio una parte di me stessa, si può capire cosa mi è piaciuto e cosa no, cos'ho provato in un determinato momento e cosa ne penso di una particolare descrizione. È un modo unico per trasportare le proprie emozioni su carta. Questo poi diventa magico quando, come me, si prestano i libri, perché in quel momento si arriva a comprendere davvero il pensiero dell'altro sul romanzo in questione, come se il proprietario fosse vicino a noi e ci accompagnasse nella lettura. Una mia amica in particolare, con la quale ho avviato da anni un vero e proprio passaggio regolare di libri, ha iniziato anche lei a sottolineare delle parti, che non sempre mi sono chiare, ma il semplice fatto di sapere che per lei sono importanti me le fa vedere da un'altra prospettiva. È questo quello che spero che accada quando presto i miei libri annotati, che la lettura diventi una sorta di viaggio comune seppur a distanza.
Questa è la mia esperienza relativamente ad un procedimento iniziato per una caso fortuito, poi divenuto parte della mia vita di lettrice.
Martha
Tutto è partito dalla lettura di "Twilight" di Stephanie Meyer in terza media, quel libro mi era piaciuto a tal punto da averlo letto e riletto innumerevoli volte, giungendo infine al sorgere di un problema, avendo trovato delle parti che mi piacevano particolarmente ed avendo il desiderio di rileggerle potendo saltare gli avvenimenti del mezzo ebbi l'idea contrassegnarle in qualche modo per riuscire a trovarle.
La mia prima fu quella di segnarmi i numeri delle pagine a inizio libro, poi non soddisfatta, passai allo stadio successivo e feci un'azione di cui mi pento ancora oggi, le evidenziai in rosa. Il mio pentimento arrivò subitaneo e mi accorsi di aver rovinato quel libro per sempre.
Da quel momento in poi ho deciso di essere più discreta, quindi ho iniziato a sottolineare parole, frasi o interi paragrafi in matita e con l'aiuto di un righello, trovandomi benissimo.
Questo fino a poco tempo fa, quando dopo aver visto innumerevoli video di booktuber che annotavano i propri libri utilizzando dei post-it per segnare le pagine, quest'idea mi è sembrata talmente geniale da volerla provare io stessa. Proprio per questo ho ideato il mio codice di colori: Rosa per il romance, Giallo per le scene che mi piacciono/scene divertenti, Blu per le frasi belle ed infine Verde per le descrizioni di sensazioni, stati d'animo e sentimenti. In breve ci ho preso la mano ed attualmente i miei libri preferiti sono chiaramente riconoscibili dalla quantità abnorme di post-it presenti.
Inizialmente utilizzavo questa tecnica: prima leggevo il libro e ad una seconda rilettura, non completa, ma con la ricerca di parti interessanti, sottolineavo ed aggiungevo i post-it corrispondenti. Questo perché io sono sempre stata una lettrice molto veloce e non volevo limitare il mio ritmo fermandomi per segnare dei passaggi. Al momento applico ancora lo stesso schema, ma a volte capita che io riesca ad attuare tutti i passaggi durante la lettura, senza comprometterne la velocità.
Infine una novità piuttosto recente del mio percorso nell'annotazione dei libri è stata l'aggiunta di commenti a bordo pagina. Tutto iniziò con la lettura "obbligatoria" per le vacanze de "I Racconti di Canterbury" di Geoffrey Chausser per italiano. Quel libro procedeva ad una lentezza tale e presentava un numero talmente eccessivo di digressioni, da annoiarmi a morte. Per rendere la lettura più interessante, dunque, mi fermavo per scrivere i miei pensieri relativamente a delle frasi, ai personaggi o a qualsiasi cosa mi passasse per la testa. Infatti alcuni di essi sono incomprensibili ai più. Devo dire che, malgrado questo espediente, non sono riuscita a concludere il romanzo, fermandomi a poco meno di metà. Ma questo è stato il punto di partenza per i commenti acidi, sarcastici o irriverenti. Commenti di questo genere sono spesso presenti su libri da leggere per scuola che non mi sono piaciuti particolarmente oppure su libri che ho valutato insignificanti, che non mi hanno colpito.
Quindi, dopo avervi spiegato com'è nata e si è evoluta quest'attività arriviamo alla domanda d'obbligo: Perché annoto i libri? Io vedo questo processo come un modo per personalizzare i libri, renderli unici, solo miei. Tramite le frasi, le sottolineature e i post-it vi lascio una parte di me stessa, si può capire cosa mi è piaciuto e cosa no, cos'ho provato in un determinato momento e cosa ne penso di una particolare descrizione. È un modo unico per trasportare le proprie emozioni su carta. Questo poi diventa magico quando, come me, si prestano i libri, perché in quel momento si arriva a comprendere davvero il pensiero dell'altro sul romanzo in questione, come se il proprietario fosse vicino a noi e ci accompagnasse nella lettura. Una mia amica in particolare, con la quale ho avviato da anni un vero e proprio passaggio regolare di libri, ha iniziato anche lei a sottolineare delle parti, che non sempre mi sono chiare, ma il semplice fatto di sapere che per lei sono importanti me le fa vedere da un'altra prospettiva. È questo quello che spero che accada quando presto i miei libri annotati, che la lettura diventi una sorta di viaggio comune seppur a distanza.
Questa è la mia esperienza relativamente ad un procedimento iniziato per una caso fortuito, poi divenuto parte della mia vita di lettrice.
Martha
E voi? Cosa ne pensate? Anche voi annotate i libri? O ne volete sapere di più perché siete indecisi?
Trovo estremamente interessante questo argomento, per non parlare della tua storia sull'evoluzione da maniaca del libro intonso ad annotatrice compulsiva. Io sono attualmente ferma allo stadio "giù-le-mani-da-quel-libro" però ammetto che trovo affascinante leggere le annotazioni degli altri sui libri (ovviamente non i miei - guai chi si avvicina!). Come dici tu mi sembra di leggere in compagnia della persona che ha avuto cura di condividere il proprio pensiero. Ho quindi questo sentimento ambivalente di usufruttrice entusiasta e proprietaria di libri intollerante. Chissà se arriverò mai al compromesso! Una cosa è certa, la tua storia mi ha ispirata e alla prossima lettura proverò la tecnica dei post-it che mi sembra già un bel passo avanti! :)
RispondiEliminaGrazie mille!!!
EliminaSono felice che ti sia risultata interessante.
Capisco cosa intendi, anch'io ci sono passata, ammiravo con una sorta di paura quelli che annotavano i libri, poi mi sono sbloccata e ho provato anch'io. Non tornerei mai indietro.
Fammi sapere come ti trovi con i post-it😉
Per me è un sacrilegio sottolineare o annotare i libri. Piuttosto mi annoto tutto altrove ma sul libro mai e poi mai.
RispondiEliminaCapisco casa intendi, anch'io la pensavo allo stesso modo inizialmente. Ma poi ho sentito il bisogno di rendere i libri miei. Comunque anche scrivere tutto su dei post-it che poi attacchi alla pagina corrispondente è un tipo di annotazione, soprattutto è ottima per iniziare.
EliminaSe dovessi provare fammi sapere, in caso contrario non è un problema, abbiamo soltanto una visione differente.
Scusa per la risposta tardiva.