Recensione - "Le Beatrici" di Stefano Benni

"Le Beatrici" 
di Stefano Benni


Ciao a tutti lettori, ho appena concluso ieri la lettura di questa pièce teatrale e volevo parlarne con voi al più presto...

Anno di pubblicazione: 2011
Titolo: Le Beatrici
Autore: Stefano Benni
Editore: Feltrinelli
Prezzo: 9,00€
Pagine: 89
Tempo di lettura: ca 60 min

Trama

Otto monologhi al femminile. Una suora assatanata, una donna ansiosa e una donna in carriera, una vecchia bisbetica e una vecchia sognante, una giovane irrequieta, un'adolescente crudele e una donna-lupo. Un continuum di irose contumelie, invettive, spasmi amorosi, bamboleggiamenti, sproloqui, pomposo sentenziare, ammiccanti confidenze, vaneggiamenti sessuali, sussurri sognanti, impettite deliberazioni. Uno "spartito" di voci, un'opera unica, fra teatro e racconto. Una folgorazione. Tra un monologo e l'altro, sei poesie e due canzoni.

My Opinion

Mi sono imbattuta in questo libricino grazie ad un progetto di teatro per il quale stavo cercando un monologo moderno e non troppo lungo.
Ed ecco che spunta fuori "Le Beatrici", di un autore al quale non avevo mai fatto caso, pur avendone sentito parlare, tanto che non sapevo nemmeno che scrivesse anche opere teatrali.
Comunque ho letto le caratteristiche dei personaggi ed ho fatto la mia scelta, tutt'ora me ne ritengo molto soddisfatta. 
In pratica questa raccolta di monologhi Γ¨ stata la mia salvezza, perchΓ© in quanto a teatro io conosco solo le opere classiche, su quelle moderne non sono informata, proprio per questo avevo il vuoto in testa dopo aver letto la parola "monologo moderno".
Non vi dirò la mia scelta prima di averla rappresentata e proprio per questo non esprimerò la mia preferenza per un monologo o per l'altro, lascio a voi la sfida di scoprilo entro giovedì 8, giorno probabile per la messa in scena.

L'opera rappresenta le vicissitudini di otto donne, ognuna con i proprio problemi, intrighi, sotterfugi, oscuri segreti, le quali si rivelano completamente allo spettatore, confidandosi con lui e mostrando tutto il marcio della loro personalitΓ . Tutto questo Γ¨ narrato in modo satirico, con autocritiche e riflessioni su temi diversi.

I personaggi sono quindi queste otto donne, che non potrebbero essere piΓΉ diverse, le quali sono perΓ² accomunate dai loro oscuri segreti.

La prima che ci viene presentata Γ¨ Beatrice Portinari, proprio la donna amata da Dante, la quale perΓ² non Γ¨ lusingata dalle sue attenzioni, al contrario lo disprezza, ritenendolo noioso e timido all'inverosimile. Ironizza in particolare su alcuni versi quando loro un significato completamente diverso e critica, sempre con una vena comica, la donna angelo del Medioevo, l'amore spiritualizzato, la fenomenologia dell'amore rappresentata tramite lo sguardo e i sospiri dell'innamorato che non riesce neppure a parlare al cospetto della donna amata.
Beatrice che in particolare era vista come un tramite verso Dio, qui invece Γ¨ una donna terrena che esalta il corpo e l'amore passionale.
Ho trovato questo personaggio molto divertente, apprezzando particolarmente i riferimenti ironici all'etΓ  moderna, ne ho avuto un ritratto di Beatrice completante sconvolto.

Mi ha visto la prima volta che c'avevo otto anni, lui nove, mica mi ha detto "si gioca, ti regalo un gelato...", no, c'ha fatto dieci poesie di duemila versi, il piccino.Ci siamo incontrati solo una volta l'anno scorso, c'avevo diciotto anni, e da allora sparito, di nebbia.Gli Γ¨ timido, dicono. E poi tutti a aggiungere "quanto sei fortunata! Quello Γ¨ un poeta, ti dedicherΓ  il capolavoro della letteratura italiana, ti renderΓ  famosa.[...] Sai quante vorrebbero essere cantate da lui?Va be', ma io sono una donna, mica una serenata...Mica posso aspettare che abbia finito il capolavoro e mi abbia angelicato e intanto io buona e zitta.

La seconda Γ¨ definita "La mocciosa", ovvero una ragazza viziata, superficiale e pettegola, la quale racconta ad un'amica chiamandola per telefono, la storia d'amore finita male di due amici che hanno in comune, Kevin e Fede.
 Questa Γ¨ arricchita di modi di dire colloquiali, giudizi superficiali su tutto e tutti, fraintendimenti, una tabella di valori completamente sfalsata e tanti pettegolezzi. 
Questo personaggio mi Γ¨ risultato molto irritante, stupido all'inverosimile, ma fedele ritratto, seppur portato al limite, di alcune ragazze di adesso. Semplicemente non mi vanno molto a genio il personaggio in generale e le persone con queste caratteristiche in particolare.

Ciao bella Deborah...sono l'Angie...te ne devo dire una da urlo... guarda, la vita ha proprio il telecomando, non sai mai quale tasto premerΓ , se un horror o un harmony... certo che te la racconto bella, stavo per andare a vedere i saldi da Dolce-e-Gabba quando chiama la Fede...

Si passa poi a "La presidentessa", una ricca donna d'affari che conversa la telefono con un suo sottoposto e al contempo cucina e assaggia i cibi che sta preparando. Viene ritratta come una figura corrotta, opportunista ed autoritaria
Nella conversazione telefonica riesce a prenotare dei posti come attori per dei privilegiati che le faranno avere dei contatti importanti in fatto di clienti e persone vertici della societΓ , in seguito racconta della costruzione della sua fabbrica, degli operai e dei problemi riscontrati i quali vengono risolti in un colpo di scena a di poco inquietante (che io perΓ² avevo intuito perchΓ© avevo giΓ  letto quest'idea in *Spoiler* "A Modest Proposal" di Jonathan Swift *Spoiler* e se l'avete letto sapete cosa intendo, in caso contrario non fatevi spoilers!).
Ritengo che questo personaggio sia davvero ben riuscito, e due parti nelle quali Γ¨ possibile suddividere il suo monologo sono legate con maestria e mi Γ¨ piaciuta di piΓΉ la prima della seconda, per il modo in cui Γ¨ stata narrata, con fraintendimenti e finta innocenza.

Cucinare mi rilassa quanto ho dei problemi. E ne ho avuti ultimamente! Questi operai, che incubo. Tremila ne ho,a libro paga. Sempre scontenti, sempre acidi, sempre pronti ad accusare. Le morti sul lavoro, ad esempio. Certo, nove in un anno, ma insomma, mica mille... cedono dalle impalcature... be', l'hanno scelto loro di salire lassΓΉ... se facessero gli impiegati cadrebbero dalle scrivanie...

Di seguito incontriamo Suor Filomena, un'ecclesiastica molto particolare, senza alcuna fede, ma costretta ad andare in convento dalla famiglia, la sua vera passione Γ¨ il karate, che intervalla alle sue preghiere. Inoltre Γ¨ posseduta da un diavolo che le fa dire cose scurrili, o forse i suoi piΓΉ reconditi pensieri, con questo essere malvagio che alberga dentro di lei, la suora ha un rapporto controverso, vuole mandarlo via a tutti i costi, perchΓ© le cose che la costringe a dire non si addicono al suo ruolo, ma al contempo Γ¨ l'unico a dare un po' di vitalitΓ  e divertimento alla sua vita.
Questa donna Γ¨ abbsatnza esilarante e lascia allibiti per i suoi cambi improvvisi di personalitΓ , quando parla con una voce profonda e modifica il significato di ciΓ² che stava dicendo prima, questo suo animo ribelle e un po' pazzo la rende simpatica.

La badessa dice che sono ossessa e che il diavolo mi fa parlare in rima e con turpiloquio ma non Γ¨ vero essa la badessa Γ¨ fessa e inoltre dice che ogni tanto mi trasformo ma non Γ¨ vero [...]
Sì sono una suora d'assalto, il mio motto è o ti penti o ti faccio saltare i denti, basta con il cattolicesimo usa-e-getta.[...] AMEN, anagramma di MENA...

La quinta figura femminile Γ¨ l'Attesa, che rappresenta piΓΉ una condizione dell'essere umano che una persona vera e propria. Ella aspetta qualcuno, di cui non i viene mai svelata l'identitΓ  e durante quest'attesa ci parla della sua condizione. Di come non ci siano distrazioni, dell'angoscia, della paura, dell'affanno, del non poter trovare quiete senza il suo ritorno. In questa riflessione analizza vari aspetti dell'attesa, come le sue motivazioni, delle sfumature di questa, a chi Γ¨ estesa, cosa si prova, che gesti si compiono, di cosa ci si accorge.
Questa fantomatica figura provoca delle reazioni profonde nel lettore, che rimane incanato dal suo monologo, ritrovandosi magari in alcune cose oppure rendendosi conto di particolari ai quali non aveva mai fatto caso.

Chi sto aspettando? Che importanza ha? Un amante, un marito, un figlio, una figlia o... un medico con un verdetto, un assassino col coltello, forse uno sconosciuto. L'importante Γ¨ che io ora vivo in questa parte dell'universo , nel pianeta dell'attesa, separato e diverso dal piante di chi non aspetta nulla e nessuno.

La sesta Γ¨ la Vecchiaccia, una signora anziana, relegata in ospizio che rivendica la sua autonomia e si lamenta della sua condizione, ricordandosi di quando era giovane, di ciΓ² che riusciva a fare e a cui adesso invece non puΓ² neanche sperare. 
Una figura scorbutica, malinconica, pessimista, fatalista, che rimprovera agli altri ciΓ² che hanno fatto o non hanno fatto. Parla anche di temi rilevanti come la guerra e le morti che ha causato , ma lo fa con disprezzo. Nel complesso non sono riuscita ad apprezzarla, Γ¨ troppo pessimista, appena si ricorda di qualcosa di bello riesce subito a rovinarlo pensando solo ai lati negativi di quel momento o alle conseguenze che ne sono derivate, il suo linguaggio inoltre Γ¨ molto volgare, senza alcuna logica.

Se mi chiedete quanti anni ho vi rispondo: che cosa ve ne frega. Mica diventate piΓΉ giovani a chiedermelo e io neanche, a rispondervi. Io non ho etΓ , sono come la mia dentiera, rido e digrigno in un corpo che non Γ¨ mio, che Γ¨ troppo diverso dalla mia anima, la mia anima non fa questa puzza, sa di mare la mia anima.

Proseguiamo con un monologo molto strano che vede come protagonisti degli anziani ed un bambino, tutti lasciati a casa da chi si prende cura di loro. Si trovano tutti in salotto a guardare imbambolati il televisore. Appena si rendono conto di essere tutti nella stessa situazione si osservano gli uni gli altri dalle finestre. Fino a che non succede l'impensabile, riescono a fuggire da questa loro condizione con uno stratagemma che Γ¨ proprio il simbolo della libertΓ .
Mi Γ¨ piaciuta molto questa parte, per com'Γ¨ stata strutturata, per la figura del bambino e per l'equivalenza di condizioni, che li ha fatti sembrare tutti dei cloni inutili e quindi relegati in casa.

E anche la vecchia si alza dalla poltrona e va alla finestra e vede tante finestre con la luce azzurra fioca sottomarina.
E dentro tanti vecchie e vecchi lasciati lì soli dicendo:
"Be', non lamentatevi, tento c'Γ¨ la televisione a farvi compagnia".
E c'Γ¨ anche un bambino davanti alla televisione, da solo.
E il bambino va alla finestra e vede tutti quei vecchi alla finestra e la luna e tutti si guardano e nessuno dice niente, bisognerebbe urlare da finestra a finestra ma non sta bene.

Ultima, ma non per importanza, Mademoiselle Lycanthrope, una ragazza che si trasforma in un licantropo e analizza tutti i lati negativi di questa trasformazione, trovando degli stratagemmi per renderla piΓΉ accettabile. È costretta a questa sua doppia vita e odia le reazioni degli altri, i commenti, il disgusto e i rischi ai quali va incontro. 
È sempre vista come un mostro, selvaggio, che ulula alla luna e non esita a cibarsi degli esseri umani, lei scherza su questo, ma si capisce che la turba profondamente. Ci sono sempre morti, sangue, insulti, peli , artigli e la luna, la luna che regola la sua vita, la luna alla quale lei deve sottomettersi senza poter opporre resistenza in alcun modo. La sua Γ¨ una storia di diversitΓ , di sofferenza dietro alla bellezza di questo essere fantastico, mette a nudo tutte le difficoltΓ  della propria condizione, problemi mai citati da nessuno. 
Questo personaggio mi ha affascinata e colpita nel profondo, facendomi riflettere su degli aspetti che non avevo mai considerati. Inoltre mi Γ¨ piaciuta moltissimo la conclusione e posso solo dirvi...leggetelo, ne vale la pena!

Lo so cosa pensate: adesso ci rifila la storia della licantropa buona che non uccide nessuno. No... non nego la mia natura.
Ma ho delle regole. Come voi umani mi mangio la parte del mondo che mi spetta. Voi non mangiate gli uccellini o i gatti, ma schiantate centinaia di esseri, Γ¨ la regola.
Io non sbrano bambini, Γ¨ la prima regola del buon licantropo... e neanche gli anziani, non perchΓ© la carne Γ¨ coriacea, ma perchΓ©... Γ¨ troppo facile prenderli... e le donne no, solidarietΓ  femminile... anche se certe ministre... E allora? Io mangio manager sui quarant'anni, preferibilmente filogovernativi.

Sono inoltre presenti sei poesie e due canzoni, che perΓ² non ho trovato di alcuna particolare rilevanza.

Lo stile Γ¨ satirico, comico, fluido, analizza dei problemi con molta leggerezza e sarcasmo, citando anche temi di attualitΓ  e soluzioni alternative assurde.
Un piccolo problema per me personalmente sono le volgaritΓ  presenti, ci sono numerose allusioni, doppi sensi, parolacce, un linguaggio molto colloquiale e rozzo addirittura, questo non accada in tutti i racconti, ma nella maggior parte e l'ho trovato inutile, mi sarei divertita comunque anche se queste non fossero state presenti.

Il ritmo Γ¨ veloce, si legge tutto d'un fiato dopo averti fatto divertire per un po'.

Nel complesso Γ¨ un'opera teatrale ben strutturata, divertente ma che comunque permette la nascita di numerose riflessioni. La ritengo perfetta per essere rappresentata in piccoli gruppi teatrali o anche come monologo ad un provino per la relativa brevitΓ  dei monologhi e il loro significato.

Voto: 3,5 stelle


🌟🌟🌟 1/2
Quasi Scintillante
Martha
















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