Leggere sui mezzi pubblici
Ciao a tutti lettori,
Oggi mi presento voi con questo tema che mi tocca da vicino. Ogni mattina prendo l'autobus per andare a scuola e poi per tornare, prendo spesso anche il treno e ovviamente ne approfitto per leggere. Ma quanto cambia la mia esperienza di lettura?
Leggere a casa, sul letto o sul divano, permette un'immersione assoluta nel libro, vi è silenzio attorno a noi, siamo soli con la storia che stiamo leggendo e di cui in quel momento stiamo facendo parte. Niente disturbi se non i propri familiari che parlano, chiedono cose, ci interpellano, ma se anche loro sono presi dai lor impegni quotidiani, allora siete al sicuro. Pronti per isolarvi dal mondo reale per qualche ora.
Questa è la situazione standard.
Tra i lettori ci sono però quei rari esemplari che riescono a leggere anche se colpiti da migliaia di stimoli in contemporanea, la televisione, la radio, il telefono che squilla, il campanello che suona, la mamma che chiama, qualcuno che si arrabbia, il cane di vicini che abbaia, il solito suono irritante di un antifurto di una macchina che suona. Questo e molto altro ancora non li tocca per nulla, loro continueranno imperterriti a leggere. Potrebbero trovarsi nel bel mezzo di una catastrofe naturale e non rendersi conto di nulla per quanto si sono estraniati dal mondo. Questi sono gli stessi che si vede poi risalire dall'universo libresco con gli occhi trasognati, mezzi addormentati e infastiditi, come dopo un brusco risveglio.
Alcuni di noi possono tentare di emulare questi grandi lettori mettendosi le cuffie senza musica, solo per limitare il rumore proveniente dall'esterno o ascoltando della musica classica, che non ci distrae da quello che stiamo leggendo, ma non sarà mai la stessa cosa. Perché per quanto tentiate di mentire a voi stessi, i suoni si sentono, che voi lo vogliate o meno. Certo, li potete attutire, ma ne sarete comunque distratti. Ed è in quel momento che desiderate fortemente una stanza insonorizzata in cui leggere.
Adesso che abbiamo analizzato le due categorie di lettori e il modo in cui reagiscono al rumore, passiamo al fulcro del nostro articolo, i lettori sui mezzi pubblici.
Che voi siate insofferenti a qualsiasi suono o che voi li possiate sopportare eliminandoli dalla vostra realtà, vi sarà sicuramente capitato di prendere un mezzo pubblico. Avrete preso in mano un libro e vi sarete messi a leggere, rendendovi conto all'improvviso di quale strana esperienza sia leggere in viaggio.
Vi concentrate moltissimo sulla pagina, su ogni singola parola, tanto da rallentare enormemente il vostro ritmo di lettura, ma leggete, ce la fate. Riuscite ad ignorare per quel tanto che basta qualsiasi interferenza. Come la musica onnipresente sugli autobus, la vocina registrata che annuncia le fermate sul treno o sul tram o ancora sulla metro, le persone che parlano, ridono , strillano, l'autista che inveisce contro gli automobilisti, sì, tutto questo riuscite ad ignorarlo. Sarà il movimento del veicolo sul quale vi trovate, che vi culla e aiuta il vostro riposo mentale, ma anche se la guida dovesse essere spericolata, come spesso accade, ad un certo punto diventate un tutt'uno col mezzo, gli scossoni in avanti fanno parte del viaggio, le frenate improvvise che vi catapultano quasi giù dal sedile erano previste e non vi danno nemmeno più fastidio, continuate a leggere come se niente fosse.
È quando arrivate a questi livelli che vi rendete conto di essere un lettore da mezzi pubblici, anche se quando sarete a casa o in un qualsiasi altro posto i rumori continueranno a darvi fastidio.
Questi lettori sono pronti a tutto, sanno come proteggere i loro libri in ogni modo possibile e come non farsi urtare da nulla. Anche se a volte accade che non si riesca nell'intento. Mi ricordo chiaramente un episodio, come al solito ero sull'autobus e avevo tirato fuori il mio libro, l'avevo poggiato sulle gambe per l'urgenza di dovermi soffiare il naso e alla prima curva era volato per terra. Non immaginate lo shock, sono rimasta bloccata con il fazzoletto a mezz'aria e gli occhi sgranati. Ma in genere questo non accade, il libro starà fermo vicino a voi e lo terrete sempre in un posto sicuro.
Quando poi vi rendete conto di non essere l'unico lettore presente sul mezzo allora vi si stampa in faccia un bel sorriso, l'espressione di una persona che assiste a a qualcosa di magico. Iniziate a contare gli altri lettori, a tentare di vedere osa state leggendo e se potete prendere in considerazione l'idea di iniziare una conversazione sul suddetto libro, ma soprattutto vi riempite di gioia. Quante volte abbiamo tentato di leggere il titolo del libro di un altro, mettendoci in punta di piedi, accovacciandoci, sporgendoci di lato, sperando che alzasse il libro solo per consentirci di individuarne il titolo. A volte ci siamo riusciti e il tremito di trionfo che abbiamo sentito ci ha lasciati fieri di noi stessi per il resto della giornata. Tante volte però questo non ci riesce e rimaniamo frustrati.
Ma queste non sono le uniche qualità di un lettore da mezzi pubblici, oltre a isolarsi dal mondo esterno, proteggere i suoi libri ed esaltarsi alla scoperta di nuovi lettori, questa tipologia riesce ad ignorare senza alcun rimorso ogni tentativo di conversazione. Non è il mio caso, perché piuttosto che non parlare, lascio il libro e mi lancio nella conversazione, ma generalmente ciò non accade. Essendo entrati in armonia con il mezzo di trasporto e il mondo della storia che stanno leggendo, questi lettori non colgono i saluti degli amici, le persone che pur di farsi notare picchiettano sulla spalla, le signore anziane in vena di fare conversazione, e nemmeno la solita persona che vedendo che stai leggendo ti dice "no, ma continua pure", non rendendosi conto che da quel momento in poi non potrai più continuare perché ti sentirai osservato e anche in colpa, ma i lettori da mezzi pubblici non si accorgono nemmeno di questa.
E infine le conversazioni letterarie da autobus/treno/metro/ tram. Quelle conversazioni a tempo limitato, perfettamente calibrate per stare all'interno di quella mezz'ora o ora che sia. Questi lettori ormai hanno affinato quest'arte e non si faranno più trovare nel bel mezzo di un racconto particolarmente entusiasmante riguardante la loro ultima lettura proprio nel momento in cui si arriva alla loro fermata. No, questo non accade più. Magari staranno ancora conversando, ma non più di libri, quell'argomento è salvo e perfettamente completato. Poi ci sono quelli più abili che decidono apposta di non terminare il racconto per mantenere la suspense e voi vi roderete nell'attesa fino al giorno o alla settimana seguente, insomma fino alla prossima volta in cui li vedrete, la quale terminerà nuovamente in un momento di massima tensione. In Inglese vi è una bellissima espressione per definire i libri che terminano nel punto culminante della storia per creare suspense, ovvero il finale cliffhanger, restare appesi sul bordo di una scogliera, a dondolare nel vuoto, potevate essere tirati su da qualcuno, ma non avete aiuti e ora resterete lì tentando di non cadere, in attesa. Ecco, queste persone sono ormai dei maestri nel lasciarvi sulle spine e portarvi alla disperazione, eppure i loro racconti vi coinvolgono tantissimo. In quest'ultima sottocategoria ci sono anche i maghi della suspense inconsapevoli, di cui ritengo di far parte; ogni singola volta che sto parlando di un particolare episodio, vengo interrotta sul più bello perché io o l'altra persona abbiamo raggiunto la rispettiva fermata. Questo accade anche in generale, ma quando si parla di libri è peggio, poi mi ritrovo a dover rimediare per messaggio o al telefono e non è la stessa cosa. Quindi sì, esistono anche queste persone e davvero, non lo facciamo apposta.
E con questo penso di aver adeguatamente espresso tutte le mie idee in merito alla lettura sui mezzi pubblici a ai comportamenti dei lettori in questa situazione. Se ho dimenticato qualcosa fatemelo sapere.
Ma queste non sono le uniche qualità di un lettore da mezzi pubblici, oltre a isolarsi dal mondo esterno, proteggere i suoi libri ed esaltarsi alla scoperta di nuovi lettori, questa tipologia riesce ad ignorare senza alcun rimorso ogni tentativo di conversazione. Non è il mio caso, perché piuttosto che non parlare, lascio il libro e mi lancio nella conversazione, ma generalmente ciò non accade. Essendo entrati in armonia con il mezzo di trasporto e il mondo della storia che stanno leggendo, questi lettori non colgono i saluti degli amici, le persone che pur di farsi notare picchiettano sulla spalla, le signore anziane in vena di fare conversazione, e nemmeno la solita persona che vedendo che stai leggendo ti dice "no, ma continua pure", non rendendosi conto che da quel momento in poi non potrai più continuare perché ti sentirai osservato e anche in colpa, ma i lettori da mezzi pubblici non si accorgono nemmeno di questa.
E infine le conversazioni letterarie da autobus/treno/metro/ tram. Quelle conversazioni a tempo limitato, perfettamente calibrate per stare all'interno di quella mezz'ora o ora che sia. Questi lettori ormai hanno affinato quest'arte e non si faranno più trovare nel bel mezzo di un racconto particolarmente entusiasmante riguardante la loro ultima lettura proprio nel momento in cui si arriva alla loro fermata. No, questo non accade più. Magari staranno ancora conversando, ma non più di libri, quell'argomento è salvo e perfettamente completato. Poi ci sono quelli più abili che decidono apposta di non terminare il racconto per mantenere la suspense e voi vi roderete nell'attesa fino al giorno o alla settimana seguente, insomma fino alla prossima volta in cui li vedrete, la quale terminerà nuovamente in un momento di massima tensione. In Inglese vi è una bellissima espressione per definire i libri che terminano nel punto culminante della storia per creare suspense, ovvero il finale cliffhanger, restare appesi sul bordo di una scogliera, a dondolare nel vuoto, potevate essere tirati su da qualcuno, ma non avete aiuti e ora resterete lì tentando di non cadere, in attesa. Ecco, queste persone sono ormai dei maestri nel lasciarvi sulle spine e portarvi alla disperazione, eppure i loro racconti vi coinvolgono tantissimo. In quest'ultima sottocategoria ci sono anche i maghi della suspense inconsapevoli, di cui ritengo di far parte; ogni singola volta che sto parlando di un particolare episodio, vengo interrotta sul più bello perché io o l'altra persona abbiamo raggiunto la rispettiva fermata. Questo accade anche in generale, ma quando si parla di libri è peggio, poi mi ritrovo a dover rimediare per messaggio o al telefono e non è la stessa cosa. Quindi sì, esistono anche queste persone e davvero, non lo facciamo apposta.
E con questo penso di aver adeguatamente espresso tutte le mie idee in merito alla lettura sui mezzi pubblici a ai comportamenti dei lettori in questa situazione. Se ho dimenticato qualcosa fatemelo sapere.
E voi che lettore siete?
Riuscite a leggere sui mezzi?
Avete degli episodi esilaranti che vi sono accaduti proprio durante un viaggio su un qualsiasi mezzo pubblico da raccontare?
Martha
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