Recensione - "Bird Box" di Josh Malerman

"Bird Box" di Josh Malerman


Buonasera a tutti lettori,
da quant'era che non scrivevo una recensione? Ve lo dico io, l'ultima è stata pubblicata il 30 luglio. Mi sono mancate moltissimo, ma purtroppo questo non è un buon anno di letture per me, leggo davvero poco ogni mese e il solo pensiero di dover continuare a parlare dei pochi libri letti, che ho già approfondito ogni mercoledì, mi fa star male.
Eppure oggi sono qui perché ho terminato questo libro impiegandoci davvero poco e voglio parlarvene. Detto questo, buona lettura.

Anno di pubblicazione: 2014
Titolo: Birdbox
Autore: Josh Malerman
Editore: Piemme
Genere: Distopico/Horror
Prezzo: 14,90€
Pagine: 300
Tempo di lettura: 3 giorni

Trama

Là fuori, in un mondo dove nessuna certezza è più tale, c'è qualcosa di terrificante. Qualcosa che non deve essere visto. Chi è così folle da tenere gli occhi aperti va incontro a un destino spaventoso. Cinque anni dopo i primi episodi di terrore, pochi sono rimasti a popolare la terra. Vivono bendati, in una cecità autoimposta che li confina in un'oscurità perenne, in case buie e polverose con porte e finestre sprangate. Nessuno di loro ricorda di che colore è il cielo, com'è fatta una nuvola, quanto può abbagliare la luce del sole. Come Malorie che, rimasta sola con i suoi due bambini, ha soltanto una speranza: attraversare il fiume, bendata, e raggiungere un luogo dove alcuni uomini stanno combattendo contro quel male senza nome. Ha aspettato tanto perché sa che il fiume, a un certo punto del percorso, si divide in quattro canali. E, per scegliere quello giusto, Malorie dovrà fare qualcosa che non fa da anni: aprire gli occhi. E sfidare la sua stessa mente per non cedere alla follia.

*Una Piccola Nota: 
Aspettate un attimo prima di iniziare. Ho appena scoperto che questo libro è in circolo da più anni di quanti pensassi, in Italia la prima edizione risale al 2014 con il titolo di "La Morte avrà i Tuoi Occhi" e la copertina originale. Sinceramente mi ricordavo la copertina e anche di averla vista spesso, ma non avevo proprio collegato che si trattasse di questo libro. Con l'uscita l'anno scorso del film su Netflix e il relativo cambio di cover è stato presentato come un libro completamente nuovo e devo dire che apprezzo che abbiano ripristinato il titolo originale. Invece per l'immagine di copertina è proprio un no. Ad ogni modo sono sconvolta e mi ero completamente scordata che non fosse stato pubblicato nel 2018.

My Opinion

Questo libro mi è stato regalato da mio zio, assieme ad altri 20, come vi avevo già fatto presente il mese scorso, ed è stato il primo su cui si è gettata mia sorella. Lei aveva già delle riserve sul romanzo e non ne sembrava particolarmente entusiasta. Ma io avevo le migliori intenzioni.
Se non fosse che poi l'ho iniziato e tutto è cambiato. Mi aspettavo una storia sconvolgente, in cui strani essere causavano la morte delle persone o comunque avevano degli effetti devastanti su di loro soltanto esponendosi alla loro vista, esseri terribili per avere conseguenze così estreme, persone bendate che tentano di salvarsi dal pericolo, ma che continuano a vivere senza ridursi ad una sorta di reclusione fondata sul terrore. E invece no, è certamente sconvolgente, ma le persone muoiono soltanto vedendo una di queste creature o più precisamente impazziscono, uccidono i loro cari e poi si suicidano, la soluzione sono le bende e la segregazione in casa con coperte nere alle finestre e porte sbarrate. Insomma, si scappa e ci si riduce alla fame, ad una vita fatta di pura dell'ignoto, sempre al buio, condizione che non fa che aumentare questo senso di terrore. È come vedere dei sopravvissuti ad una strage e capisco che possa essere così, ma non era ciò che avevo immaginato. Anche perché così facendo permettono a  questi mostri di circolare liberamente, senza avere nulla con cui combatterli, soltanto tentando di ignorarli. Sapete quando un bambino chiude gli occhi perché una cosa gli fa paura e in questo modo pensa che sparisca? Ecco, uguale.

La credenza più diffusa è che qualunque cosa sia, "il Problema" abbia inizio quando un soggetto umano vede qualcosa.

Ma parliamo un po' meglio della trama, per quanto non ci sia molto da dire senza fare spoilers.
La nostra protagonista è Malorie, madre di due figli, in un mondo devastato da questi strani esseri. Vive al buio insegnando ai suoi bambini a sviluppare il loro udito e ad abituarsi alle bende. È in costante allerta, per paura di un qualcosa contro cui non può nulla. Fino a che un giorno decide di prendere in mano la situazione e fuggire, andando verso un edificio in cui si sono riuniti alcuni sopravvissuti che stanno tentando di riorganizzarsi per fronteggiare il problema e vivere comunque in condizioni accettabili. Prende i figli e si prepara ad affrontare la traversata del fiume, tutto questo con gli occhi chiusi.
Anni prima Malorie scopre di essere incinta proprio nel momento del manifestarsi dei primi casi di suicidi atroci. Ogni persona sembra vedere qualcosa prima di compiere il gesto estremo e la situazione peggiora sempre di più fino a che non si può più ignorare il problema. Malorie è a casa con la sorella Shannon al centro del caos.

La storia è strutturata su due livelli narrativi, il presente e il passato, i quali si alternano ogni uno o due capitoli. Questo inizialmente mi è risultato confusionario, anche perché il passato mi interessava moltissimo, invece la situazione attuale era estremamente noiosa, in fin dei conti una barca su un fiume non va incontro a tutti questi accadimenti. Poi però ho notato come i capitoli fossero collegati tra loro e in modo neanche troppo sottile, anzi tutto il contrario, si parla di un personaggio e subito dopo la Malorie del presente racconta di come stia pensando proprio a lui; personaggi, oggetti e azioni vengono ripresi pari pari. Penso comunque che questa scelta non sia stata delle migliori, avrei preferito vedere lo svolgimento della vicenda in ordine cronologico, il continuo passaggio temporale non ha alcun senso, se non il fatto di rendere uno dei due livelli poco accattivante. Nemmeno la scusa della suspence funziona, perché non si applica ad entrambi, certo le interruzioni brusche nel bel mezzo della scena per poi passare ad un flashback o un flashforward potrebbero funzionare, ma in questo caso no.

Lo stile è semplice, quasi banale e il ritmo narrativo è molto veloce. Accadono un sacco di cose in pochissime pagine e vi sono delle scene estremamente caotiche. Come la scena principale, che costituisce una svolta nella trama, la quale non mi è piaciuta, perché oltre ad essere una commistione di elementi troppo vaghi, è estremamente drammatica, frustrante e snervante. Questo perché non capendoci nulla nemmeno la protagonista, le frasi iniziano a ripetersi, davvero interi paragrafi sono ripetuti per aumentare la drammaticità della scena, la sua crudezza e per farli assimilare a Malorie. E davvero, le ripetizioni sono una delle cose che non posso proprio vedere in un libro. Questa scena è servita all'autore per sbloccare la situazione ripetitiva in cui ci si trovava prima e giungere allo scioglimento della trama con molta facilità, fino a qui ci sono, ma risulta davvero stressante da leggere e proprio brutta anche per l'impostazione.

E ora parliamo un attimo delle creature, perché queste mi hanno davvero fatta arrabbiare. 
Ho capito che si tratta di esseri che non possiamo guardare sennò impazziamo e che questo accade perché sono infiniti, inconcepibili e incomprensibili per la mente di un soggetto finito e limitato come l'uomo. Andando oltre il nostro intelletto, lo mandando in tilt e portano alla follia. E il ragionamento sembra filare. Ma cosa s'intende per esseri infiniti? E perché non si spiega come siano? Non si ha nemmeno una parola per definirli. Ovviamente i personaggi non possono vederli, però adesso non ditemi che hanno perso anche tutti gli altri sensi, perché se uno di questi mostri li tocca dovrebbero essere in grado di dirmi se era viscido, molle, rugoso, simile alla pelle umana ecc. E invece no, non credete di trovare delle risposte a questo domande, non le avrete. Ad un certo punto ho iniziato a pensare che nemmeno l'autore conoscesse la fisionomia di queste creature, perché elementi di base, come il fatto che emettano calore quando ci si trova vicino a loro, la loro consistenza quando ci si va addosso anche solo accidentalmente, il rumore che producono quando si muovono dovrebbero essere almeno abbozzati. Il fatto di volerli lasciare avvolti nel mistero non è una giustificazione. Ma poi, perché nessuno dei personaggi fa supposizioni sul loro aspetto? Non si rendono conto che conoscendo le fattezze di una cosa, la paura di essa diminuisce? A quanto pare no, poiché sembrano privi di senso logico, spinto soltanto dai loro istinti e timori.
E oltre a ciò non si sa perché siano sulla Terra e che intenzioni abbiano. A quanto sembra non sono cattive, si ipotizza che non siano consapevoli dell'effetto che hanno sugli esseri umani, allora perché si trema ogni volta che si sente un rametto spezzato ipotizzando che siano loro? Se non sono cattive, ipotesi plausibile dato che non entrano nelle case per ucciderne tutti gli occupanti e restano sulle loro ignorando gli umani, allora la reazione dovrebbe essere diversa. Certamente fanno paura per il loro effetto, ma serve davvero vivere in una casa buia nella speranza che scompaiano? Il contatto con loro non ha effetti, come neppure il fatto di sentirle, e allora la popolazione potrebbe muoversi, sempre bendata, ma comunque trovando uno stile di vista che non li porti alla morte per fame o disidratazione.

<<Qualunque cosa siano>> prosegue Tom <<la nostra mente non è in grado di comprenderle. Sono come l'infinito, a quanto pare. Qualcosa di troppo complesso per la nostra intelligenza. Capisci?>>

Sono mostri, si dice. Ma sa che sono ben più di questo. Sono l'infinito.

Le bende e la cecità, il grande tema del romanzo, oltre alla paura di questi esseri non meglio specificati, è analizzato in maniera mediocre. Durante la lettura non ho mai avuto l'impressione di essere bendata e di ritrovarmi di fronte ad un modo oscurato, mai e questo deve voler dire qualcosa. Non ho avuto un'immedesimazione tale da permettermelo, ma non per colpa mia, per lo stile, la narrazione, le descrizioni. Era come se tutto fosse visto da una persona esterna che non lo sta vivendo sulla propria pelle. Forse questo è dovuto anche all'utilizzo della terza persona, ma non mi sono mai sentita così tanto un'osservatrice come in questo caso. Vi è un'enorme differenza tra il descrivere il tragitto compiuto da bandati fino al pozzo e il farmelo percepire. Ne ho letto la descrizione, ma non mi ha lasciato nulla, non mi ha trasmesso niente.

Fin dove può arrivare l'udito di una persona?
Ha bisogno che quello dei bambini penetri nel bosco, nel vento, negli argini fangosi che portano a un mondo intero di creature viventi. Il fiume è un anfiteatro, riflette Malorie remando.
Ma è anche una tomba.

Forse sta propri qui il problema, questo romanzo non mi ha trasmesso le emozioni che volevo. Non mi sono sentita disorientata, impaurita, persa a causa della perdita della vista, non ho sentito nulla se non disgusto per la scene cruente descritte nei minimi dettagli. Le notizie dei suicidi, delle uccisioni, sono descritte con grande accuratezza e piene di dettagli disgustosi. Anche senza avere la possibilità di vedere alcune morti i personaggi le immaginano con troppa chiarezza e mi chiedo se sia così per il fatto di ingigantire la mostruosità di una cosa quando non la si vede o se invece ormai siano talmente abituati ad essere circondati da morti da saperli distinguere benissimo. Queste scene mi hanno fatto ribrezzo, mi sentivo davvero male leggendole e mi disgustavano. Non che mi aspettassi che fossero taciute, ma non credo servisse descriverne così tante e in modo così fantasioso.

<<Creature>> sta dicendo Rodney Barrett con voce strascicata. <<Che cosa ci avete tolto? Perché siete qui? Avete uno scopo?>>
[...] <<Abbiamo perso madri, padri, sorelle, fratelli>> prosegue Barrett. <<Abbiamo perso mogli e mariti, amanti e amici. ma nulla ci fa più male dei bambini che ci avete preso. Come osate chiedere a un bambino di guardarvi?>>

I personaggi sono descritti malissimo
L'unica con un profilo psicologico completo è Malorie, una donna che si ritrova accidentalmente incinta nel periodo peggiore in cui potesse accadere, nel bel mezzo di una strage di suicidi che dilaga per tutto il mondo. È piuttosto fragile, per quanto cerchi di farsi forza e arrivi a compiere delle imprese estreme, è emotivamente fragile. Non ha avuto alcun aiuto nella sua situazione di crisi, o se l'ha ricevuto è durato poco, fa affidamento a quelle poche certezze che le rimangono. Si pone un sacco di dubbi sul modo nel quale ha educato i propri figli, pensa costantemente a Tom a volte sentendo proprio la sua voce e ipotizzando cosa potrebbe dirle in un determinato momento. Spesso arriva quasi all'isterismo, inizia ad urlare e piangere, per poi essere spinta dalla situazione a calmarsi e agire per la propria sopravvivenza e quella dei suoi figli. È un personaggio che non ho proprio apprezzato, non l'ho compresa e temo che la tensione costante alla quale è sottoposta l'abbia mandata un po' fuori di testa. Inizia a ripetere le cose, ha delle frasi che ripete come mantra per calmarsi, ma è costantemente agitata e impaurita. Non so, penso di essere io a non averla compresa.

Tutti gli altri personaggi sono descritti fisicamente nel momento in cui vengono presentati, si attribuiscono loro alcune caratteristiche caratteriali, ma neanche sempre e basta. Ad esempio Felix e Jules potrebbero essere identici, non hanno segni distintivi, la descrizione fisica di due righe me la sono dimenticata subito dopo averla letta, tanto per farvi capire che impatto abbia avuto su di me; so solo che uno di loro ha un cane di nome Victor, ma non so nemmeno quale. Di Don si sa solamente che è individualista, fa sempre il bastian contrario ed è molto impulsivo. Cheryl e Olympia le si può descrivere con uno o due aggettivi ciascuna, la prima si infiamma facilmente e la seconda è sciocca e ingenua. Tom è forse quello descritto meglio, si parla un po' del suo passato, di sua figlia, si hanno alcune parti narrate dal suo punto di vista, ma alla fine si sa solo che è il leader, super ottimista e molto gentile. I due figli, invece non sono proprio descritti, non hanno nemmeno dei nomi che certifichino la loro esistenza e per tutto il corso della storia, Malorie si rivolge quasi esclusivamente al figlio, ignorando la figlia. (Piccola parentesi, dicendo che non hanno un nome intendo che  vengono chiamati Bambino e Bambina, senza alcuna spiegazione ovviamente).
Le relazioni tra personaggi non sono approfondite, Malorie sembra affezionarsi subito a Tom senza alcuna ragione apparente e non si capisce se lo veda come un amico, una figura sulla quale fare affidamento, un confidente o se se ne sia innamorata.

Sei partita dalla nostra stanza, mamma. prima di uscire hai sospirato. Poi sei andata in cucina, e la tua caviglia ha schioccato. Ti sei seduta sulla sedia di mezzo al tavolo della cucina. Hai posato i gomiti sul tavolo. Ti sei schiarita la gola e poi sei scesa in cantina. Hai fatto i primi quattro gradini più lentamente degli ultimi sei. Ti sei picchiettata il dito sui denti.

L'ambientazione è inesistente, vi sono alcuni ricordi del mondo prima delle bende, ma sono pochi e confusi. Mi dispiace che il tatto non sia stato utilizzato adeguatamente. Anche quando i personaggi vanno al pozzo non abbiamo mai sensazioni tattili, non si sa se la pietra del pozzo sia ruvida, se la corda sia bagnata, se i secchi siano freddi; ci si concentra talmente tanto sul sentimento di angoscia da non badare ad altro. E invece non ritengo che sia importante solo allenare l'udito, anche il tatto potrebbe essere d'aiuto, ma a quanto pare non si pensa a questo.

Nel complesso ritengo che ci siano molte parti che non sono state approfondite, l'idea alla base era buona, ma per il resto sembra soltanto uno scritto abbozzato. Mi sono preoccupata arrivando alla fine (che, come spesso accade, non mi è piaciuta per nulla) perché c'erano ancora talmente tante cose lasciate in sospeso che non poteva interrompersi lì. Questo libro si presenta come una sorta di documento preparatorio con tutte le idee disposte a casaccio e sono assolutamente certa che alcune delle parti che mancano siano state lasciate così perché l'autore non le ha ancora pensate, o almeno l'impressione è quella. Come si può scrivere un libro attorno a delle creature non definite? Se l'intento era alludere alla paura dell'ignoto, non me l'ha trasmesso minimamente. Comunque Malerman ha annunciato che pubblicherà un seguito, dal titolo "Malorie", che approfondirà appunto la figura della protagonista e in cui continuerà a mantenere celato il luogo d'origine delle creature. Come se m'importasse da dove vengono, non è questo il mio problema principale; prima vengono perché si trovano sulla Terra, quali intenzioni hanno, come si comportano in relazione agli umani e che aspetto hanno.

Voto: 2 stelle

🌟🌟
Lucentezza mediocre

Voi l'avete letto? 
Se sì, condividete alcune delle mie perplessità?
E per caso avete visto anche il film?
Martha





Commenti

  1. Ciao! Finalmente leggo questa recensione e ho una domanda: sulla tua delusione incidono di più struttura narrativa e stile o il fatto che queste creature siano indefinite?

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    Risposte
    1. Ciao Amaranth!
      I due aspetti sono a pari merito, ma se proprio devo scegliere direi forse la struttura narrativa e lo stile. Questo perché sarei riuscita a leggere della paura di una creatura ignota se lo stile mi avesse coinvolta, se mi avesse dato la sensazione di essere lì con i personaggi e se non ci fossero stati tutti quei passaggi tra passato e presente. Tuttavia nel complesso direi entrambe le cose, mi ha dato davvero l'idea di uno scritto abbozzato con molti punti in sospeso, proprio dei vuoti che l'autore non è riuscito a colmare.

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