Pagina 69 #4
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Ciao a tutti lettori, pregustando l'avvicinarsi delle vacanze estive e conseguentemente le uscite librose rivedo con voi alcuni libri che mi hanno emozionata, grazie alla rubrica Pagina 69 ideata dal blog Peccati di Penna che riprende la teoria di Marshall Mc Luhan secondo la quale per risolvere il fatidico dubbio se comprare un libro o meno, basti leggere la pagina 69, se quella attirerΓ tutta la nostra attenzione ci piacerΓ l'intero libro, di conseguenza faremmo meglio a comprarlo.
Le regole sono molto semplici:
- trascrivere la pagina 69 di un libro
- preferibilmente di uno scrittore emergente
Dopotutto, Vas non provava dolore. Il che significava che era l'unica persona che avessi mai incontrato dopo la comparsa del donocorrente che poteva toccarmi con le mani nude. A lui piaceva fare in modo che non me ne dimenticassi. <<Quando sarai piΓΉ grande>> mi diceva a volte, quando Ryzek non sentiva <<potresti trovare prezioso il mio tocco, piccola Cyra.>> Gli rispondevo sempre che preferivo morire sola, piuttosto. Ed era vero.
Il fatto che non provasse dolore significava anche che non conosceva quella zona grigia appena sotto lo stato cosciente in cui il dolore si faceva sopportabile.
<<Ah! Be', Ryzek richiede la tua presenza in sala da pranzo questa sera, per una cena con i suoi piΓΉ stretti collaboratori. Vestiti elegante.>>
<<Non mi sento molto in vena di impegni mondani in questo momento.>> risposi a denti stretti. <<Porgi le mie scuse.>>
<<Ho detto "richiede", ma forse avrei dovuto scegliere le parole con piΓΉ cura>> ribattΓ© Vas. <<"Esige" Γ¨ il termine che ha usato tuo fratello.>>
Chiusi gli occhi, fermandomi in mezzo alla stanza. Ogni volta che Ryzek pretendeva la mia presenza era per intimidire, anche quando cenava con i suoi collaboratori. Un proverbio shotet recitava: "un buon soldato non si presenta disarmato neanche a una cena con gli amici". E io ero la sua arma.
<<Sono venuto preparato.>> Vas mi porse una bottiglietta marrone, con il tappo di cera. Non aveva etichetta, ma giΓ sapevo cosa conteneva: l'unico antidolorifico abbastanza forte da consentirmi, se non del tutto almeno in parte, di affrontare una serata formale.
<<Come pensate che possa mangiare con questa roba in corpo? VomiterΓ² addosso agli ospiti.>> Per alcuni di loro sarebbe stato un miglioramento.
<< Non mangiare.>> Vas si strinse nelle spalle. <<D'altro canto non riesci a essere normale senza, o sbaglio?>>
Gli strappai la bottiglietta di mano e chiusi la porta con un colpo di tallone.
"Carve The Mark" di Veronica Roth
Martha
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