La Chiacchierata del Lunedì I - Aspettative pre-lettura

La Chiacchierata del Lunedì


Ciao a tutti lettori,
mi è venuta un'idea. Dato che il lunedì è brutto per tutti, poiché si ricomincia a studiare o a lavorare, perché non renderlo più interessante discutendo un po'? Così io mi riprendo dal rientro traumatico parlandovi di cose belle e, magari, riesco a tirare su il morale anche a voi.
In particolare in questa nuova rubrica parleremo sempre di cose collegate ai libri, quindi, letture del momento, avvenimenti importanti, scenari divertenti per gli amanti dei libri, insomma, qualsiasi cosa che accade nella mia vita che sia collegata ai libri. Ovviamente, se ne avete voglia, potete condividere nei commenti le vostre storie del Lunedì, così ne discutiamo tutti assieme.
L'idea è di simulare una piacevole conversazione tra amici davanti a delle belle tazze di tè. Quindi prendete la vostra tazza con il tè che preferite e iniziamo.

Ultimamente stavo riflettendo su quanto le aspettative che ci formiamo su un determinato libro possano rivelarsi completamente sbagliate. Questo è dovuto sicuramente alla pubblicità data al suddetto libro, alle molteplici recensioni entusiastiche che vengono pubblicate nello stesso momento sui blog e dai blog tour che ti preparano all'uscita del volume iniziandoti ai temi trattati e che ti fanno automaticamente provare una voglia irresistibile di leggerlo. E ancora le interviste con l'autore, sui blog, sui giornali, in televisione, in libreria, ovunque. Non potrete togliervi quel libro dalla testa per il prossimo mese, perché vi apparirà costantemente davanti.
E quindi sì, cedete e lo comprate. A volte vi arrendete subito, perché davvero sembra perfetto per voi, altre volte è tutto quest'insieme  di fattori a spingervi.

Dopo tutti questo processo avete in mano il libro e vi apprestate a leggerlo. Un po' timorosi di essere delusi, vi ponete le solite domande ansiogene:
 "E se non fosse così bello come dicono tutti?" 
"E se non mi piacesse? E se io fossi l'unica a cui non è piaciuto?"
"Se tutte le mia aspettative fossero infrante?"
"Ma voglio proprio leggerlo e sopportare la pressione di quest'impresa?"
Vi sentite giudicati, sapete che il vostro giudizio sarà valutato e osservato da tutti e che se lo odierete sarà la fine. Anche se, questo accadrà solo nella vostra mente, ma per il momento non ve ne accorgete e pensate che corrisponderà alla realtà. Tanti piccoli occhietti immaginari stanno osservando il vostro processo di lettura, la velocità alla quale voltate le pagine, le vostre espressioni facciali. Si trasforma in una sorta di incubo.

Fino a che vi accorgete che vi sta piacendo, vi sentite vittoriosi e liberi di poter proseguire in pace nella lettura, avete superato la prova e potrete poi condividere il vostro entusiasmo.
Il problema è quando ciò non accade. Voltate la prima pagina e sembra andare tutto bene, nulla di particolare, magari qualche errore di battitura, ma nulla da rilevare, poi proseguite e continuate a non essere così coinvolti, pensate di essere voi a non comprendere, allora vi sforzate di venire assorbiti nella storia senza successo. Vi arrendete, quel libro è così così, non vi ha lasciato molto.
Tuttavia la cosa peggiore di tutte è quando proprio odiate quel libro, di un odio così viscerale che ogni parola scritta sulla carta è vista come un insulto personale. A partire dalle citazioni iniziali provate una lieve irritazione che dopo la prima pagina si trasforma in disprezzo e, se non siete ancora arrabbiati, in derisione, poi sì che si passa alla rabbia. Avevate riposto tutte le vostre speranza su quel volume, doveva trasportarvi in una storia fantastica e invece vi ha soltanto fatto soffrire ed infuriare. Vi ha traditi, colpendovi alle spalle. Ed eccovi qui, con un libro brutto tra le mani, sperando che qualcuno ve lo prenda perché potrebbe finire molto male. Come minimo schiantato contro il muro, ma voi non maltrattate i libri, quindi davvero, che qualcuno salvi quel volume che state fissando così rabbiosamente o non risponderete delle vostre azioni.

Ecco, tutto questo discorso per dire che l'ultima di questa esperienza l'ho vissuta proprio qualche giorno fa. Suppongo che abbiate presente il libro "Eppure cadiamo Felici" di Enrico Galiano, al momento della sua pubblicazione se ne parlava ovunque ed io sono caduta nella sua trappola. Si tratta di un romanzo contemporaneo che tratta di adolescenti e sembrava essere qualcosa di nuovo. Alcuni romanzi di questo genere mi piacciono. Poi ho aperto il libro, ho visto che le prime due citazioni erano una dalla canzone "Firework" di Katy Perry e l'altra di Platone e ho iniziato ad inquietarmi. Ho letto la prima pagina ed ho iniziato ad autocompatirmi perché stavo leggendo una cosa simile. La protagonista era odiosa fin dal primo istante, davvero detestabile, se l'intento era di rappresentare un'adolescente problematica in cui altri ragazzi si potessero rispecchiare, l'intento è fallito. Ma non è questa la cosa peggiore, perché non si può passare sopra allo stile di scrittura, semplicissimo, persino banale, scritto come un romanzetto per ragazzine lettrici alle prime armi. Due e dico due pagine intere di frasi che iniziano con "Gioia Spada...", il nome della protagonista. Ad un certo punto, a circa metà di questo sproloquio iniziato sempre alla stessa maniera stavo diventando matta. Poi i cliché: la lista delle ragazzi più belle della scuola, la protagonista che mangia nel bagno della scuola, le compagne cattive che la prendono in giro, basta, tutto visto e rivisto. Non ho trovato nulla di nuovo o originale e ho avuto più volte l'idea di lanciarlo in giro per la stanza, fermandomi sempre all'ultimo. Non si può scrivere così, prendere tutti gli stereotipi conosciuti sugli adolescenti problematici, con i soliti problemi banali a scuola e in famiglia, metterli assieme in un miscuglio inconcludente, aggiungere qualche stranezza alla protagonista per tentare di renderla simpatica, e pensare di riuscire a stregare il pubblico al quale questo libro è rivolto. Siamo al limite della presa in giro. E scusatemi se ho esagerato , ma mia ha fatta davvero arrabbiare. Ovviamente non l'ho abbandonato dopo pochi capitoli, tre, quattro? Non ricordo. 

Questo solo per dire che a volte veniamo talmente influenzati dal giudizio altrui o da ciò che la pubblicità per l'opera ci vuol far credere, da essere certi di avere per le mani un qualcosa di favoloso, per poi accorgersi che si trattava solo di un tentavo di scrittura mal riuscito.
Anche l'hype, questo alone di popolarità che circonda le nuove uscite letterarie, è un mezzo fallace su cui basare il nostro grado di apprezzamento. "Dato che sembra piacere a tutti, piacerà anche a me" è un ragionamento insulso. Se quel determinato libro che al momento è promosso ovunque attira davvero la vostra attenzione per la trama, i temi che tratta e magari anche lo stile di scrittura dopo aver letto qualche estratto, allora il discorso è diverso, perché il fatto che sia stato sbandierato ai quattro venti vi ha permesso di venirlo a scoprire.
Ma se non sembra attiravi tanto, eppure lo leggete comunque perché "ho letto solo pareri positivi, magari poi scopro che piace anche a me" allora no, iniziamo proprio male. Ciò che voglio dire è che preferisco scegliere il libro sbagliato da sola, senza essere spinta da altri con false speranze. Ne ho abbastanza di essere abbindolata dall'hype, questa pubblicità esagerata non significa nulla. E certo, è bello sentirsi parte di un gruppo, aspettare tutti assieme l'uscita del libro, leggerlo e recensirlo condividendo il proprio parere, ma adesso basta. Non possiamo essere così condizionati dagli stimoli esterni. La mia strategia da adesso in poi è quella si segnarmi alcuni titoli così promossi e fare ricerche approfondite prima di decidere di leggerli, essenziale il test della lettura di alcune pagine. Oppure evitare qualsiasi notizia al riguardo di quella nuova uscita, per poi riguardare con calma quando l'onda frenetica di pareri e promozioni sarà passata. A volte l'hype ha anche l'effetto opposto, come adesso, non se ne può più di vedere lo stesso libro riproposto ovunque e, come conseguenza, lo si evita.

E con questo è tutto. Spero di riuscire a sbarazzarmi di quel libro al più presto, perché, davvero, non lo voglio più vedere e spero anche che questo post abbia un senso, essendo il primo di questo genere mi sono lasciata trascinare e non so bene come sia venuto.

Cosa ne pensate?
Qual è il vostro rapporto con l'hype?
Conoscete il libro che ho citato?
Martha

Commenti

  1. Il libro in questione a me era piaciuto, ma capisco benissimo l'hype e le alte aspettative dai commenti che si leggono in giro. Io stessa mi faccio molto influenzare ma negli anni ho affinato il mio sesto senso, ad esempio ho letto ACOTAR sapendo che poteva non far al caso mio e infatti l'ho bocciato. Mi sono messa quindi a fare così, scarico l'estratto kindle di un libro su cui sono indecisa e se non mi convince lo lascio dov'è. In caso contrario finisce nel carrello! E' l'unico modo per essere sicura di cosa leggerò. Compro a scatola chiusa su consigli di chi mi conosce e sa cosa potrebbe davvero piacermi ;)

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    1. Sono felice che a te sia piaciuto, semplicemente non fa per me.
      Esattamente, man mano si diventa più bravi nell'individuare fin da subito quali potrebbero fare al caso nostro e quali scartare.
      Ecco, ACOTAR io l'ho escluso fin da subito, anche se qualche anno fa mi ci sarei buttata a capofitto, mi sono resa conto che adesso non mi sarebbe piaciuto. Mi sembra davvero un buon metodo! Io non leggo vari estratti online, le anteprime rese disponibili dai siti delle librerie ad esempio e così decido. Giusto anche questo, solo che per me sta risultando sempre più difficile trovare qualcuno con i miei stessi gusti letterari, quindi anche quando degli amici mi consigliano libri mi metto a fare ricerche.

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