GdL - "Guerra e Pace" - Prima Tappa: la Guerra

Gruppo di Lettura
"Guerra e Pace"
Prima Tappa: La Guerra


Ciao a tutti lettori,
benvenuti al primo appuntamento del GdL (Gruppo di Lettura) per "Guerra e Pace" che ho organizzato assieme ad Amaranth de La Bella e il Cavaliere. In caso vi foste persi i posti introduttivi con le date per le Tappe, vi rimando a questo articolo e quest'altro. In aggiunta vi consiglio di leggere anche quello di Amaranth
Detto questo, oggi vi propongo il primo approfondimento, ovvero quello sulla Guerra.

Trattare questo tema mi risulta abbastanza difficile, nel senso che temo di risultare banale nelle mie riflessioni e di non riuscire a comunicarvi il modo in cui Tolstoj ne parla nella sua opera. Ma ci proverΓ².

Innanzitutto per il momento non posso parlarvi della visione complessiva della guerra che emerge da "G&P", perchΓ© abbiamo letto assieme solo il Libro Primo (per un commento in merito leggete il post di Amaranth). Mi limiterΓ² dunque a darvi degli accenni, ad aprirvi uno spiraglio sullo scenario vario e dettagliato del mondo militare.

Le battaglie narrate in questo volume sono quelle napoleoniche, dunque vediamo il fronteggiarsi di due grandi potenze: la Russia, capeggiata dallo zar Alessandro I Pavlovic e la Francia con a capo Napoleone Bonaparte. È l'anno 1805 e la Francia sconfigge prima gli austriaci a Ulm e poi gli austro-russi nella famosa battaglia di Austerlitz.

Questi conflitti ci vengono narrati dalla prospettiva dei Russi, ma non solo dei colonnelli, dei generali, degli ufficiali, insomma dei membri dello Stato Maggiore, anzi soprattutto dai soldati e dai due personaggi fittizi introdotti da Tolstoj: Andrej Bolkonskij e Nikolaj Rostov. Il principe Bolkonskij Γ¨ stato nominato aiutante di campo del generalissimo Kutuzov, il conte Nikolaj Rostov Γ¨ invece un ussaro del corpo degli ussari di Pavlograd.

Durante la battaglia seguiamo dunque i loro spostamenti e vediamo gli eventi filtrati attraverso i loro occhi e le loro emozioni, infatti Tolstoj si concentra molto sul mondo interiore dei suoi personaggi, tanto che le loro impressioni arrivano quasi a distorcere i fatti dei quali sono testimoni.
Ma su questo punto tornerΓ² in seguito.

La prima impressione cha abbiamo dell'esercito è quello di un corpo militare che ci tiene molto alle formalità, infatti la scena di apertura della Parte Seconda è la preparazione dei soldati per l'arrivo del generalissimo. Questi si mettono le uniformi pulite e non dormono la notte per ultimare i preparativi. In aggiunta a ciò emerge subito l'orgoglio militare, la fierezza per il fatto di andare in guerra e servire così la propria patria e addirittura la tristezza frammista a compassione per coloro che non hanno avuto la fortuna di andare a combattere.

Egli guardava i sopraggiunti con espressione di commiserazione, come se compiangesse tutti quelli che non marciano con l'esercito.

In un clima simile persino il principe Andrej cambia atteggiamento, lasciando trasparire il suo entusiasmo e la sua felicitΓ  per lo scontro imminente.

Manifestatamente, le sue nuove funzioni lo interessavano, lo appassionavano troppo perchΓ© pensasse a preoccuparsi dell'opinione che si poteva avere di lui.

E questa grande gioia, questa allegria quasi ai limiti della follia sembra caratterizzare un po' tutti sul campo di battaglia, dai generali ai soldati. Gli spari, le bombe, i suoni della guerra danno loro un profondo sentimento di gioia, sono in fibrillazione.

La stessa eccitazione che tumultuava in lui si leggeva su tutti i visi. Soldati e ufficiali sembravano dire <<Eccola dunque la battaglia. È terribile, ma è anche divertente>>.

È come se tornassero bambini e provassero la stessa felicitΓ  che si prova a giocare. Una contentezza frammista alla meraviglia, al piacere e allo stupore per qualcosa di nuovo. nel caso dei soldati Γ¨ la meraviglia causata dai rumori della guerra e dalla potenza delle loro armi. 

Tutti presi dalla gioia infantile che suscitavano in loro l'incendio e la giustezza del tiro.

Questa grande letizia sembra amplificarsi quando viene incanalata verso il fine del raggiungimento della gloria. L'onore in guerra, la distinzione dalla massa dell'esercito, una grande azione gloriosa, sono questi gli ideali a cui puntano i personaggi. Andrej stesso ne sembra quasi ossessionato. Una volta arrivato sul campo di battaglia non riesce a pensare ad altro, egli deve distinguersi in un'azione eroica che lo porterΓ  alla fama.
La vittoria dei Russi sul ponte dell'Enns gli appare come il raggiungimento del suo sogno:

Andrej provava il sentimento di un uomo che, dopo una lunga attesa, vede infine spuntare l'aurera di una felicitΓ  a lungo desiderata. Quando chiudeva gli occhi credeva di sentire ancora il crepitare delle fucilate e il rombo del cannone che si fondevano col rumore delle ruote e le impressioni della vittoria.

Egli sogna "la sua Tolone", ovvero un'opportunità sul campo che gli permetta di raggiungere la gloria. L'espressione utilizzata da Tolstoj è proprio quella tra virgolette e viene così definita perché l'insurrezione di Tolone del 1793 fu stata l'occasione in cui Napoleone conseguì la sua prima vittoria militare, mettendo in atto il suo piano che portò alla resa della città. Il principe Andrej desidera la stessa cosa e si crede addirittura inviato dal destino per salvare l'armata russa. Addirittura lui arriva ad accettare la morte intesa come sacrificio per la patria.

<<Se non mi resta altro che morire, - pensava, - ebbene, se Γ¨ necessario, saprΓ² morire come tutti gli altri>>.

Diversi sono invece i ragionamenti di Nikolaj Rostov sul campo di battaglia. La sua prima esperienza Γ¨ quella del bombardamento del ponte dell'Enns, sul quale lui si trova assieme agli ussari e questa vicenda gli sembra un faccia faccia con la morte. Altro che gloria, la battaglia Γ¨ spari e fumo e feriti. Egli si volta a guardare il paesaggio attorno a sΓ© vedendone la bellezza e la serenitΓ , per poi tornare al ponte infuocato e ai suoi fumi di morte.

...e qui, vicino a me, gemiti e sofferenze, e spavento e questa fretta, e questa confusione...

Ed eccola, eccola la morte, sopra di me, intorno a me... Un solo istante, e mai piΓΉ vedrΓ² questo sole e queste acque e quelle gole.

Con Nikolaj abbiamo la seconda visione della guerra, quella sporca, mortifera, estenuante e crudele. Persino l'ufficiale Nesvikij, vedendo i cannoni sparare sul ponte e i suoi uomini cadere non riesce a sopportarlo, Γ¨ come se provasse dolore e commenta il tutto con:

- Se fossi lo zar non farei mai la guerra -

Come se vedendo la brutalitΓ  del conflitto e lo spargimento di sangue egli si rendesse finalmente conto dell'orrore di tutto ciΓ². Lui che si trova sul campo non desidererebbe mai la guerra, al contrario dell'imperatore, che al sicuro nel suo palazzo non vede lo scontro.

Tornando alla visione della guerra da parte dei personaggi, che sembrano plasmare gli avvenimenti attraverso i loro sentimenti, non posso fare a meno di elogiare le descrizioni e le similitudini utilizzate da Tolstoj nell'illustrare il conflitto. In alcuni momenti le azioni militari assumono un carattere fantastico ed irreale, la realtΓ  viene trasmutata.

Tutto ciò aveva riscaldato la sua immaginazione, aveva fatto sbocciare nella sua testa un mondo fantastico nel quale si dilettava, e così i cannoni nemici non erano più nudi cannoni, ma pipe di un fumatore invisibile che di tanto in tanto si divertiva a lanciare volute verso il cielo.

In particolare il modo in cui viene descritta la distanza tra i due eserciti e il fatto che nessuno voglia attaccare per primo per il timore dell'ignoto, mi ha affascinata moltissimo.

E quel silenzio rivelava ancora di piΓΉ l'esistenza di quella linea temibile, inaccessibili, inafferrabile che separa due armate nemiche.
<<Un passo oltre quella linea, simile a quella che separa i vivi dai morti, ed ecco l'ignoto della sofferenza e della morte. [...]>>

Questa Γ¨ la stessa linea che sorpassa Nikolaj, in uno slancio di entusiasmo e felicitΓ , per poi cadere subito al suolo, disarcionato e ferito. Il breve slancio eroico del conte, si conclude dunque con una riflessione sulla paura, che l'aveva caratterizzato anche nel primo scontro.

Era il terrire di morire, di perdere la sua vita così giovane e cos gioiosa, che dominava ora tutto il suo essere.

Per non parlare dell'immagine del fiume per descrivere l'armata russa. Questa ritorna piΓΉ volte, modificandosi e arricchendosi di significati, dando il senso dello scorrere delle file dei soldati, del loro essere una massa indistinta, nella quale si identificano solo gli ufficiali.

E guardando il ponte vedeva altre onde, ma di uomini, anch'esse uniformi: un'incessante sfilata di zaini, di lunghi fucili con le baionette, di chepΓ­ con le fodere e con il sottogola [...].
Talvolta, l'aspetto caratteristico di un ufficiale col mantello dava a questi flutti indistinti la stessa screziatura di un pennacchio di schiuma nella acque dell'Enns.

A proposito di ufficiali vediamo anche come i membri dello Stato Maggiore siano piΓΉ interessati al raggiungimenti di un'onorificenza o di una medaglia che alle condizioni dei soldati o alle perdite. La battaglia sull'Enns Γ¨ stata una vittoria, dunque si pensa solo a come ne sarΓ  contento lo zar.

- Ci sarΓ  un buon rapporto, - disse Zerkov; - mi faranno sottotenente.
- Fate sapere al principe che io ho bruciato il ponte, - disse il colonnello, in tono di trionfo.
- E se chiede delle perdite?
- Una sciocchezza! - pronunciΓ² con voce bassa il colonnello. - Due ussari feriti e un altro ucciso sul colpo.
faticava a contenere la sua gioia. Quest'ultima parola, sul colpo, gli sembrΓ² tanto bella che la disse in tono risonante, col sorriso sulle labbra.

Anche Bagration non s'interessa delle perdite, ma invece vuole comprendere la situazione che si Γ¨ creata sul campo e il caos che potrebbe essere dovuto ad un suo errore, al quale dovrebbe riparare subito. la sua preoccupazione dunque Γ¨ la macchia che un sbaglio potrebbe a portare sulla sua persona e non lo stato delle sue truppe.

Andando poi alla battaglia di Austerlitz, vi Γ¨ una dinamica interessante, giΓ  accennata nel primo scontro, quella della nebbia e del fatto di non vedere il proprio avversario. Questa sembra rendere quasi vana la guerra, nel senso che non si sa contro chi si stia lottando e se ci sia realmente un nemico. Invece pur non potendo avere la certezza della posizione del nemico le truppe avanzano e fanno fuoco. Si potrebbe intendere come una sorta di necessitΓ  di fare la guerra, la quale non puΓ² essere estinta nemmeno dall'incertezza di avere un reale avversario davanti. Oppure si potrebbe intendere come la paura dell'uomo di fronte all'ingoto, il fatto di non sapere da dove arriverΓ  la minaccia lo porta ad agire in modo eccessivo e a combattere per timore.

La nebbia era divenuta così densa che, sebbene ormai fosse l'aurora, non ci si vedeva a dieci passi. [...] Dappertutto, a destra e a sinistra, si correva il rischio di uno scontro con il nemico, invisibile a soli dieci passi. ma a lungo le colonne avanzarono attraverso quella nebbia ostinata in quel paese sconosciuto.

E termino con Andrej che, ferito, giunge alla stessa conclusione di Nikolaj, ovvero che la guerra non ha senso. Egli incontra addirittura Napoleone, che stima moltissimo, ma ormai, una volta divenuto vittima della brutalitΓ  dello scontro e l'insensatezza di questo, non considera nemmeno questo personaggio.

Sapeva che Napoleone, il suo eroe, era lì, ma Napoleone gli sembrava ora molto piccolo e insignificante rispetto al dramma che si stava svolgendo tra la sua anima e quel cielo infinito, dalle nuvole fluttuanti.

Ci vediamo alla prossima Tappa il 18 Ottobre con un riassunto e commento del Libro Secondo qui sul blog e un approfondimento alquanto affascinanti sul destino e il senso della vita su La Bella e il Cavaliere. 

Il fiume invisibile non scorreva piΓΉ nelle tenebre. Si sarebbe detto, ora, un mare scuro che s’acquieta e palpita dopo la tempesta.   

Come vi sembra la visione della Guerra che emerge da "G&P"?
Avevate mai sentito delle descrizioni di una tale bellezza impiegate per descrivere una situazione di violenza e morte?
 





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