Recensione - "Fame. Storia del mio Corpo" di Roxane Gay

 "Fame. Storia del mio Corpo" 
di Roxane Gay


Ciao a tutti lettori, 
voi non potete nemmeno immaginare da quanto io abbia in sospeso questo post. L'ho avuto tra le bozze per quasi due anni, senza mai riuscire a portarlo a termine, perchΓ© non soddisfatta del risultato. Ma finalmente ci sono riuscita. Spero vi piaccia.


Anno di pubblicazione: 2017
Titolo: Fame. Storia del mio corpo
Autrice: Roxane Gay
Editore: Einaudi
Genere: Saggio
Prezzo: 17,50€
Pagine: 267
Tempo di lettura: 21+ g

Trama

«Vivo in questo corpo ribelle da oltre vent'anni. Ho tentato di farci la pace. Ho tentato di amarlo o almeno tollerarlo in un mondo che lo disprezza e basta. Ho taciuto la mia storia in un mondo che presume di conoscere il perchΓ© del mio corpo, o di qualsiasi corpo grasso. Ora ho scelto di non tacere piΓΉ». 

In principio Γ¨ il candore dei dodici anni. Quando pensi che nessuno a cui vuoi bene possa farti del male. Poi succede l'impensabile. Un atto di violenza feroce. E Roxane, annientata dalla vergogna, incapace di parlare o chiedere aiuto, comincia a mangiare, mangiare, mangiare. A barricarsi in un corpo che diventa ogni giorno piΓΉ inespugnabile dagli sguardi maschili, una fortezza dove nessuno sarΓ  piΓΉ capace di raggiungerla. 
Quella di Roxane Gay Γ¨ la storia di un desiderio insaziabile, di battaglie sempre perse contro un corpo ammutinato, di una lotta contro una cultura che spinge le donne a odiarsi se non corrispondono alle aspettative

My Opinion

Ho deciso di leggere questo libro da tantissimo tempo, precisamente da quando una BookTuber americana che seguo (Julia Sapphire) lo ha citato in alcuni dei suoi video. Il mio problema era la lingua. Sarei riuscita a leggere un'autobiografia sulla bulimia in inglese? Quasi sicuramente no. (O forse mi stavo solo sottovalutando.)
Per questo ha aspettato e aspettato e...aspettato. Fino a quando non ho scoperto dalla recensione di Amaranth che il volume era stato tradotto e pubblicato in Italia. Voi non potete capire la mia gioia in quel momento.

Ma iniziamo con la recensione vera e propria.
Parlare di questo libro mi risulta assurdamente difficile, perchΓ© per quanto riguarda la mia esperienza, Γ¨ il secondo saggio, il primo libro che parli di disturbi alimentari e uno tra i primi che tratti di violenza. Insomma, mi ritengo una novellina per quanto riguarda questi temi nella letteratura.
Fare ordine tra i miei pensieri Γ¨ un'impresa e riuscire a formularli in maniera coerente lo Γ¨ ancora di piΓΉ, vediamo cosa ne viene fuori.

Questo saggio autobiografico racconta la storia dell'autrice Roxane Gay.
All'etΓ  di dodici anni Roxane Γ¨ stata vittima di violenza da parte di un ragazzo che lei credeva l'amasse e un gruppo di suoi amici. Gli effetti di quest'evento traumatico che lei non riesce a capire appieno, nel quale si sente un oggetto e si rende conto che la sua volontΓ  non puΓ² niente contro di loro, lei li esprime nel cibo. Cerca conforto mangiando e mangiando sempre di piΓΉ, piΓΉ il suo corpo ingrassa e piΓΉ lei si sente al sicuro, dal mondo, ma soprattutto dagli sguardi maschili. Il suo corpo diventa quindi una fortezza in cui lei si rinchiude assieme al suo dolore e alla sua solitudine. 
La mole del suo corpo perΓ² Γ¨ un problema per la famiglia, che non capisce come si iniziata questa voracitΓ  e quali siano le cause. Genitori e parenti cercano quindi di metterla a dieta, analizzano quello che mangia e quanto magia e le danno consigli su consigli per risolvere la sua situazione.
Il problema non migliora e Roxane cade in un baratro di disprezzo per se stessa e per quello che le hanno fatto, si sente responsabile di ciΓ² che le Γ¨ accaduto e prova ribrezzo.
Questa Γ¨ la storia di una donna che Γ¨ stata distrutta e ha cercato di rimettere assieme i pezzi costruendosi le proprie mura difensive. Una donna che racconta la sua storia di violenza che la conduce poi alla bulimia con il solo scopo di incitare altre donne a parlarne, a non tenesi dentro episodi di violenza, ma a parlarne con chiunque possa aiutarle.

E poi ci fu quel giorno terribile nel bosco. E finalmente dissi no. E non ebbe importanza. Fu questo a spaventarmi di piΓΉ. Il mio no non aveva nessuna importanza.

PerchΓ© prendiamo i confini che la gente si crea per delle sfide? PerchΓ© se vediamo qualcuno porre un limite cerchiamo d superarlo?

Viene analizzata la situazione delle persone grasse nella societΓ . Questi sono degli eccedenti, degli individui che non rispettano gli standard e sono quindi un peso.

La misura culturale dell'obesitΓ  sembra spesso riguardare chiunque superi la taglia quaranta, o chiunque abbia un corpo che non soddisfa naturalmente lo sguardo maschile, o chiunque abbia la cellulite sulle cosce.

Spesso la Gay cita la fame, intesa sia come fame reale e quindi la sua bulimia, ma anche come voglia di riscatto per le e per tutte le donne che si sono trovate nella stessa situazione. Questo concetto Γ¨ molto interessante, perΓ² ritengo che sia stato ripetuto un po' troppe volte all'interno del libro, tanto da risultare pesante.

La vita di Roxane appare divisa in due parti il prima e il dopo (il sopruso e la bulimia). Nel prima lei Γ¨ una ragazza spensierata, magra, senza alcun problema nella vita, invece nel dopo Γ¨ una persona distrutta, un corpo maltrattato, piena di rimorsi, dolore e sofferenza. Anche questo concetto Γ¨ ripetuto fin troppe volte, dopo la seconda ripetizione, espressa in maniera leggermente diversa dalla prima il lettore ha compreso pienamente, non serve riproporlo costantemente.

Nel prima della mia vita ero così giovane e protetta. Non sapevo niente di niente. Non sapevo di poter soffrire, né quanto può essere grande o profonda la sofferenza. Non sapevo che avrei potuto dar voce alla mia sofferenza quando avessi sofferto.

Toccai il fondo, uno dei tanti fondi che ho toccato.

Un altro concetto proposto Γ¨ quello della violenza psicologica, in quanto dopo essere stata violentata Roxane resta con il suo ragazzo, sebbene egli l'abbia trattata alla stregua di una pezza da piedi, le abbia tolto qualsiasi dignitΓ  ed ogni possibilitΓ  di una vita felice. 
Lei vi rimane pensando ancora di amarlo e obbedendogli in tutto sperando di essere ricambiata. Sembra impossibile che la persona amata possa infliggerle del male, Γ¨ come se la ragazza tentasse di autoconvincersi del contrario, pur sapendo bene ciΓ² che Γ¨ accaduto, relega l'episodio in un angolino della sua mente. Egli ovviamente continua a trattarla malissimo e le fa compiere azioni contro la sua volontΓ , sfruttandola solo per il suo corpo.
In questo comportamento si rivede un' analogia con quello assunto da donne che vengono picchiate dai loro compagni, le quali credono fermamente di amare l'uomo che le maltratta e che lui ricambi il loro sentimento. Si arriva poi a darsi la colpa di questi comportamenti, Γ¨ colpa loro se il marito le picchia, perchΓ© si erano vestite in un determinato modo o perchΓ© lo avevano fatto arrabbiare e ogni volta che lui chiede scusa, pentendosi e promettendo di non fare mai piΓΉ una cosa simile, la donna ci crede. 
Per Roxane la situazione Γ¨ simile, ama il proprio carnefice e si sente colpevole per ciΓ² che le hanno fatto, Γ¨ tutta colpa sua e della sua ingenuitΓ .

Non sappiamo necessariamente ascoltare le storie di violenza, di qualsiasi genere di violenza, perchΓ© Γ¨ difficile accettare che la violenza sia tanto semplice quanto complicata, che tu possa amare qualcuno che ti fa del male, che tu possa stare insieme a qualcuno che ti fa del male, che qualcuno che ti ama ti possa fare del male, che un perfetto estraneo possa farti del male, che esistano tantissimo modi, terribili e intimi, per farti del male.

Un altro concetto analizzato è quello della difficoltà nel parlare di questi atti di violenza. Si tende a tenerseli dentro come un oscuro segreto, di cui la vittima si dà la colpa o del quale si vergogna troppo. Questo arriva a distruggere psicologicamente Roxane, la rende insensibile a qualsiasi stimolo, le fa provare un disprezzo per se stessa che nessuno dovrebbe mai provare. Lei si odia, odia il proprio corpo e la persona che è diventata. Questo è stato per me molto difficile da comprendere, sono rimasta allibita da quanto si possa vivere così male la relazione con il proprio corpo e da come si possa arrivare a perdere completamente la stima in se stessi.

Davvero troppo spesso a contare Γ¨ quello che <<si dice>>, quindi ci limitiamo a ingoiare la veritΓ . La ingoiamo e, il piΓΉ delle volte, la veritΓ  inacidisce. Si diffonde nel corpo come un'infezione. Diventa depressione, dipendenza, ossessione o qualche altra manifestazione fisica del silenzio, di quello che si sarebbe detto, si doveva dire, non poteva essere detto.

Si cita ancora come le persona grasse vengano giudicate da chiunque, ognuno fa delle supposizioni su di loro, vede che non sono conformi alle regole di peso imposte dalla societΓ  e dispensando consigli su come dimagrire. In questo modo danno per scontato che essi vogliano dimagrire, per tornare ad omologarsi agli altri, per non spiccare come un terribile errore. Da ciΓ² si nota come la magrezza sia un indicatore essenziale per la bellezza e l'accettazione. Questo messaggio ci viene comunicato da qualsiasi social, dalle pubblicitΓ , dai programmi televisivi, dalle modelle. Un ideale di bellezza che ci viene inculcato da sempre, si prova invidia per le persone piΓΉ magre e quindi piΓΉ belle di noi e si aspira ad essere come loro. Come se una persona un po' piΓΉ in carne non potesse essere bella. Nella nostra societΓ  dell'apparenza, valori come la bellezza interiore, il carattere, la simpatia sono posti in secondo piano rispetto all'aspetto fisico e ognuno di noi si sente costretto a sottostare a quest rigide regole imposte per non rischiare di essere escluso.

Il desiderio di dimagrire viene considerato una caratteristica predefinita della condizione femminile:che cosa dice, questo, della nostra cultura?

Le celebritΓ  comprendono l'economia della magrezza., e quasi tutte la accettano: prendete i social media, dove posano per un selfie con le guance risucchiate in dentro, in modo da sembrare ancora piΓΉ secche. Meno spazio occupano, piΓΉ contano.

Mi ritrovo a scusarmi per cose di cui non dovrei scusarmi, per cose che non mi fanno sentire neanche un po' dispiaciuta. 
Mi ritrovo a scusarmi per essere chi sono.


Infine viene trattato il tema del razzismo, perchΓ© oltre ad essere discriminata per la sua taglia, che non viene compresa, la protagonista viene anche giudicata per il colore della sua pelle. Non Γ¨ un argomento altrettanto approfondito, ma Γ¨ presente in questo saggio e ritengo che sia importante citarvelo, perchΓ© accentua soltanto la condizione di avvilimento con un fondo di rabbia in cui si trova Roxane.

Eravamo a tre ore da Chicago, quindi il fatto che fossi nera attirava meno sguardi curiosi e piΓΉ minacce. E c'erano gli studenti neri del campus, la faccia tosta di chi osava perseguire un'istruzione superiore. I residenti scrivevano lettere infuriate al quotidiano locale su un nuovo aspetto del crimine: la piaga dell'ambizione dei giovani neri, la gioia dei neri. 

Non so se sono in grado di dare un giudizio su questo libro, come detto in precedenza, ho fatto molta fatica a scrivere questa recensione e ormai la pubblico per esasperazione, perchΓ© me la porto dietro da troppo tempo. Questa lettura mi ha fatto riflettere, Γ¨ stata faticosa e ne sono uscita con una nuova visione, quindi l'ho apprezzato. Gli unici difetti sono stati le ripetizioni, gli stessi concetti reiterati, a volte utilizzando gli stessi termini, altre sostituendoli. Questo poteva rendere l'idea dei pensieri della protagonista, ossessivi e sconvolti dal dolore, ma alla lunga risultano davvero noiosi. 

Eppure mi sento come se non potessi giudicarlo sulla stessa scala che uso di solito, per il genere. Sapete che io mi dedico solitamente alla Narrativa e mi sembra strano pronunciarmi su un'autobiografia, ma devo tenere a mente che non sto esprimendo un parere su una parte della sua vita, ma solo sul modo in cui l'ha raccontata. Dopo tutta questa riflessione passiamo davvero al voto.

Voto: 3 stelle

🌟🌟🌟
Brillante

Voi l'avete letto?
Mi consigliereste altri libri della Gay?








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