Giornata Mondiale del Libro - festeggiamo assieme
Giornata Mondiale del Libro
Ciao a tutti lettori,
oggi Γ¨ la Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d'Autore e volevo celebrarla assieme a voi.
Sul sito del Miur Γ¨ in corso una Maratona di Lettura organizzata dalla Fondazione de Sanctis alla quale prendono parte di alcune personalitΓ della nostra cultura con letture, commenti critici e analisi di grandi capolavori della letteratura. Un evento iniziato alle 11:00 che si protrarrΓ fino alle 18:00. Per poi passare a "Scrittore contro scrittore", un'iniziativa fatta di letture interattive da parte di autrici, autori e artisti dei loro libri e autori preferiti. Vi consiglio di darci un'occhiata, ne vale davvero la pena.
In questo momento leggere Γ¨ un'ancora di salvezza, che puΓ² aiutarci a convivere meglio con la situazione, sentendoci compresi, leggendo quindi distopici o romanzi storici che trattino di epidemie, ma possono anche aiutarci a distrarci e rilassarci portandoci in altri mondi e consentendoci di liberare la mente. Dobbiamo molto alla lettura, indifferentemente da quanto e come leggiamo, quindi oggi vorrei rivolgere con voi un grazie ai libri presentandovi anch'io un passo tratto da uno dei miei libri preferiti, con l'invito a condividere anche voi con me un'estratto. Ovviamente non poteva che trattarsi di "Oceano Mare" di Alessandro Baricco, questo libro mi ha lasciato molto, non riesco a togliermelo dalla testa e ne approfitto sempre per parlarne con voi, per farvi scoprire la sua bellezza, la meraviglia che vi lascerΓ .
"Al primo piano della locanda Almayer, in una stanza che guardava verso le colline, lottava, Elisewin, con la notte. Immobile, sotto le coperte, aspettava di scoprire se sarebbe arrivato prima il sonno o la paura. Si sentiva il mare come una slavina continua, tuono incessante di un temporale figlio di chissΓ che cielo. Non smetteva un attimo. Non conosceva stanchezza. E clemenza.
Se lo guardi non te ne accorgi: di quanto rumore faccia. Ma nel buio... Tutto quell'infinito diventa solo fragore, muro di suono, urlo assillante e cieco. Non lo spegni, il mare, quando brucia nella notte.
Elisewin si sentì scoppiare nella testa una bolla di vuoto. La conosceva bene quella segreta esplosione, invisibile dolore irraccontabile. Ma conoscerla non serviva a niente. Niente. Se lo stava pigliando, il mare subdolo, strisciante - patrigno osceno. Si stava riprendendo quel che era suo. Non era tanto quel freddo che le filtrava da dentro, e nemmeno il cuore, impazzito, o il sudore dappertutto, gelido, o il tremore delle mani. Il peggio era quella sensazione di sparire, di uscire dalla propria testa, di essere solo indistinto panico e sussulti di paura. Pensieri come brandelli di ribellione - brividi - il volto irrigidito in una smorfia per riuscire a tenere gli occhi chiusi - per riuscire a non guardare il buio, orrore senza scampo. Una guerra."
Ho scelto questo passo perchΓ© presenta una delle frasi che preferisco, quella sottolineata, che mette in evidenza tutta la violenza del mare, il fragore delle onde, la sua potenza che causa dolore anche da lontano, soltanto con il proprio rumore. Una visione diversa, perchΓ© si Γ¨ lontani, nella propria stanza, nel proprio letto, neppure sulla spiaggia e soprattutto non in acqua, quindi in teoria la ferocia del mare non dovrebbe toccarci e per questo Γ¨ tanto piΓΉ spaventosa. Ma non vi ho presentato solo questa frase, ve l'ho contestualizzata nella lotta di una bambina, una battaglia contro il dissolvimento nella paura, quella della notte, del buio, rappresentato dal rumore incessante del mare che penetra nella mente a poco a poco, colmandola. Γ una malattia particolare quella di Elisewin, basata sul terrore, che la riempie tutta portandola a smettere di esistere. Tutto puΓ² farle del male, rumori, forme, immagini, le sue stesse emozioni e in questo breve estratto la vediamo alle prese con il suo male.
Lo vedo anche un passo attuale, non dobbiamo sprofondare nel panico, nella paura, nella disperazione per la situazione in cui siamo. Forse era piΓΉ riferito agli inizi di questa quarantena, in cui il mondo era sotto shock, ma ancora adesso filtra in noi la paura strisciante di essere stati contagiati; ogni volta che andiamo a fare la spesa o che vediamo un nostro familiare andarvi, proviamo un senso di terrore. Ed Γ¨ proprio questo che dobbiamo relegare in un angolino della nostra mente, per continuare a vivere, per non vedere in tutto ciΓ² che tocchiamo una minaccia e per mantenere una dose di positivitΓ che ci consente di andare avanti. Dobbiamo prendere ispirazione dalla lotta di Elisewin.
Se lo guardi non te ne accorgi: di quanto rumore faccia. Ma nel buio... Tutto quell'infinito diventa solo fragore, muro di suono, urlo assillante e cieco. Non lo spegni, il mare, quando brucia nella notte.
Elisewin si sentì scoppiare nella testa una bolla di vuoto. La conosceva bene quella segreta esplosione, invisibile dolore irraccontabile. Ma conoscerla non serviva a niente. Niente. Se lo stava pigliando, il mare subdolo, strisciante - patrigno osceno. Si stava riprendendo quel che era suo. Non era tanto quel freddo che le filtrava da dentro, e nemmeno il cuore, impazzito, o il sudore dappertutto, gelido, o il tremore delle mani. Il peggio era quella sensazione di sparire, di uscire dalla propria testa, di essere solo indistinto panico e sussulti di paura. Pensieri come brandelli di ribellione - brividi - il volto irrigidito in una smorfia per riuscire a tenere gli occhi chiusi - per riuscire a non guardare il buio, orrore senza scampo. Una guerra."
-pagina 64
Per sentire questo passo letto da me, cliccate sull'audio qui sotto.
Ho scelto questo passo perchΓ© presenta una delle frasi che preferisco, quella sottolineata, che mette in evidenza tutta la violenza del mare, il fragore delle onde, la sua potenza che causa dolore anche da lontano, soltanto con il proprio rumore. Una visione diversa, perchΓ© si Γ¨ lontani, nella propria stanza, nel proprio letto, neppure sulla spiaggia e soprattutto non in acqua, quindi in teoria la ferocia del mare non dovrebbe toccarci e per questo Γ¨ tanto piΓΉ spaventosa. Ma non vi ho presentato solo questa frase, ve l'ho contestualizzata nella lotta di una bambina, una battaglia contro il dissolvimento nella paura, quella della notte, del buio, rappresentato dal rumore incessante del mare che penetra nella mente a poco a poco, colmandola. Γ una malattia particolare quella di Elisewin, basata sul terrore, che la riempie tutta portandola a smettere di esistere. Tutto puΓ² farle del male, rumori, forme, immagini, le sue stesse emozioni e in questo breve estratto la vediamo alle prese con il suo male.
Lo vedo anche un passo attuale, non dobbiamo sprofondare nel panico, nella paura, nella disperazione per la situazione in cui siamo. Forse era piΓΉ riferito agli inizi di questa quarantena, in cui il mondo era sotto shock, ma ancora adesso filtra in noi la paura strisciante di essere stati contagiati; ogni volta che andiamo a fare la spesa o che vediamo un nostro familiare andarvi, proviamo un senso di terrore. Ed Γ¨ proprio questo che dobbiamo relegare in un angolino della nostra mente, per continuare a vivere, per non vedere in tutto ciΓ² che tocchiamo una minaccia e per mantenere una dose di positivitΓ che ci consente di andare avanti. Dobbiamo prendere ispirazione dalla lotta di Elisewin.
Cosa ne pensate? Vi ho finalmente convinti a provare a leggere qualcosa di Baricco? Ma, cosa piΓΉ importante, vi va di condividere un estratto da uno dei vostri libri preferiti con me?
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