Recensione - "Senza Sangue" di Alessandro Baricco

"Senza Sangue" 
di Alessandro Baricco


Ciao a tutti lettori,
oggi torno con un'opera di Baricco. Strano, no? Magari prima o poi riuscirΓ² a convincervi a leggere un libro di quest'autore.

Anno di pubblicazione: 2002
Titolo: Senza Sangue
Autore: Alessandro Baricco
Editore: Rizzoli
Genere: Narrativa
Prezzo: 10,00€
Pagine: 105
Tempo di lettura: 1,5g

Trama
Manuel Roca e i suoi due figli vivono in una vecchia fattoria isolata nella campagna. Un giorno quattro uomini su una vecchia Mercedes imboccano la strada polverosa che conduce alla loro casa. Come se stesse aspettando da sempre questo momento, Manuel Roca non perde un attimo e chiama a sΓ© i due figli. Qualcosa di terribile e indescrivibile sta per accadere; qualcosa che sconvolgerΓ  irrimediabilmente la vita di tutti, soprattutto quella della piccola Nina.


My Opinion

Ah Baricco, qual Γ¨ il senso di tutto ciΓ²?
Come avrete capito sono un po' confusa, ma vi spiegherΓ² le mie motivazioni solo in un secondo momento. Prima, come mi Γ¨ capitato tra le mani questo libro?
Ieri mi sono recata in una biblioteca vicino a scuola mia, che in genere Γ¨ un luogo di studio per universitari e quindi vi regna un silenzio irreale. Proprio viste le mie esperienze non proprio positive in fatto di studio in questo luogo, con gente che mi intimava al silenzio e un senso di inadeguatezza generale, l'avevo evitata. Inoltre io non riesco proprio a studiare in biblioteca, ho scoperto, perchΓ© ho davvero bisogno di ripetere ad alta voce, sennΓ² non memorizzo nulla.
Ad ogni modo ieri ero in anticipo per un incontro a scuola e dato che  c'ero, sono passata in biblioteca, inoltrandomi nella sezione di narrativa. Dopo aver vagato alla cieca data la disposizione alla quale non sono abituata, mi sono messa alla ricerca dei libri di Baricco, che ho infine trovato. Tra questi c'era "Senza Sangue" e, dato che avevo deciso di leggerlo giΓ  da tempo ho colto l'occasione e l'ho preso in prestito.
E fin qui tutto bene. 

In pratica questo volume tratta di una bambina, Nina, che vede uccidere il proprio padre e il proprio fratello da parte di tre uomini che lei non conosce e che appaiono a casa sua manifestandosi a colpi di spari.
C'Γ¨ poi un salto temporale, non vi dico di quanto, e ci vengono narrati tutti gli avvenimenti nel mezzo perchΓ© raccontati dai personaggi stessi.

La bambina: si era girato e l'aveva guardato. La bambina: adesso era lì. Come può essere vertiginoso il tempo. Dove sono io?, si chiese l'uomo. Qui o allora? Sono mai stato in un attimo che non fosse questo?

Questo libro mi ha lasciato una grande confusione e un senso di smarrimento, perché non ne ho proprio visto il fine. È come se fosse rimasto sospeso, infatti la protagonista sembra voler compiere un gesto, ma poi ci ripensa e il lettore resta con un senso di attesa non appagato. Farà ciò che aveva in mente di fare? Le paure dell'altro personaggio si realizzeranno?

Forse sono io a non aver compreso il significato del romanzo, ma ritengo che sia davvero troppo corto e non dia quasi nessuna spiegazione. Mi aspettavo che qualcuno chiarisse chi erano quegli uomini, cos'aveva fatto il padre di Nina, il perché delle loro azioni. Invece ci sono solo accenni brevi e molto vaghi. Avrei voluto saperne di più, semplicemente. È come se l'autore avesse interrotto a metà la storia, perché si era stufato.

Sono abituata alla stranezza delle storie narrate da Baricco, ma questa non l'ho proprio capita. La protagonista ricorda in modo quasi morboso ciò che è successo anni prima e lo rivive all'infinito, desidera riviverlo. Non capisco. È presente anche una riflessione che spiega come si voglia rivivere l'inferno del quale si era stati protagonisti e il momento nel quale qualcuno ci ha salvati da quella situazione. Ma perché? È dovuto al trauma subito da Nina? O da una sorta di instabilità mentale che si è manifestata in lei in seguito al trauma? O ancora a un senso di vendetta? Volevo delle risposte, invece Baricco mi ha dato degli interrogativi e forse era proprio questo il punto, non c'è un finale, ognuno lo può immaginare come vuole, può credere alla versione che più gli piace e lasciare tutto alla sua libera interpretazione. Non lo so, sono disorientata.

Per quanto riguarda lo stile rimane sublime come al solito, sebbene non ci sia un utilizzo cosΓ¬ frequente della componente aulica e raffinata di questo, ma prevalga quella bassa e rozza. Come vi avevo giΓ  spiegato, in Baricco convive questa doppia natura, egli passa dal linguaggio piΓΉ infimo a quello piΓΉ elevato nel corso di una frase. In questo caso, dovendo descrivere delle scene piuttosto violente prevale la componente bassa, ma non Γ¨ risultata troppo volgare.

Il ritmo narrativo Γ¨ veloce, anche grazie al salto temporale e permette alla storia di scorrere in maniera fluida e mai noiosa.

I personaggi sono difficili da inquadrare, come spesso accade con quest'autore. Eppure sono tutti ben delineati tramite delle caratterizzazioni dinamiche, si deve leggere tutto il libro per averne un quadro completo.

Nina è solo una bambina all'inizio del libro. Suo padre le comanda di rinchiudersi in una botola e non uscire fino a che non sarà finito tutto o finché il fratello non verrà a prenderla. Lei non è terrorizzata come ci sia aspetterebbe, anzi, quello spazio sotto il pavimento diventa la sua tana in cui lei si sente al sicuro. Anni dopo è una donna particolare forse logorata dal desiderio di vendetta, dalla rabbia o da una sorta di masochismo? Non ci è dato di saperlo con certezza. Fatto sta che compie delle azioni che la pongono sullo stesso piano degli assassini di suo padre. Questo personaggio mi ha colpita perché non sono riuscita a comprenderlo. È troppo ambiguo, è come se i suoi pensieri fossero distorti. Non so nemmeno spiegarvi quanto sia strana, semplicemente ha un qualcosa che fa comprendere come lei non sia normale, si è rotto qualcosa dentro di lei.

L'uomo disse alla donna che aveva uno strano modo di raccontare: sembrava raccontasse la vita di un'altra.
- Cosa vuole dire?
- Sembra che non gliene importi nulla.
La donna disse che, al contrario, le importava troppo di tutto. Disse che aveva nostalgia di ogni singola cosa che le era successa. Ma lo disse con una voce dura, senza malinconia.

Tito è un ragazzo quando partecipa all'uccisione di Roca e ripenserà a quel momento per tutta la vita. È a metà tra il senso di colpa e la delusione per non aver raggiunto il suo scopo, quello di creare un mondo migliore. Gli eventi del passato lo tengono prigioniero, nemmeno lui si è mai ripreso, sebbene creda ancora di aver lottato per una giusta causa. È il più umano dei personaggi presenti, le sue emozioni sgorgano da lui come lacrime, anche se non riesce a metterle tutte sotto forma di parole le si sente nell'aria. Non so cosa pensare di lui, potrebbe essere solo un ragazzo ingenuo, che mantiene quest'ingenuità anche ad anni di distanza, che è roso dal senso di colpa, ma non ha mai fatto nulla per alleviarlo.

Salinas e el Gurre sono gli altri due uomini che commettono l'omicidio, ci vengono date pochissime informazioni su di loro, eppure capiamo che il primo Γ¨ un uomo ricchissimo che ha passato la guerra dietro la scrivania senza ma sporcarsi le mani, Γ¨ un uomo freddo e calcolatore, che cerca vendetta e il secondo ha fatto della violenza il suo stile di vita, prova piacere nell'infliggere dolore e nel raccontare le sue imprese e forse questo gli deriva da un trauma dovuto alla vista della moglie e delle figlie uccise.

Roca è un dottore, o forse no? Silas lo incolpa di alcuni esperimenti attuati su dei pazienti, ma lui smentisce tutto. Se si crede a Silas il soprannome di Roca era la Iena e i suoi esperimenti riducevano i malati in un modo tale che questi preferivano morire. Al contempo sembra anche un padre amorevole e se ha commesso davvero questi crimini sta tentando di lasciarsi il passato alle spalle. È una delle figure più inconsistenti del romanzo, si parla di lui, ma non lo si conosce mai davvero, sebbene abbia un ruolo cardine nelle vicende.

Un tema del romanzo è la guerra. Non ci è dato sapere di che guerra si tratti e nemmeno chi siano le persona coinvolte. Sappiamo solo che è finita, ma c'è ancora un gruppo di persone che non la pensa così. Vengono trattati gli effetti di questa guerra sui diretti interessati, sui feriti, sui malati, su soldati, sui dottori. Ma non riusciamo a capire chi siano i buoni, forse non ci sono. Se Salinas dice la verità sugli esperimenti allora il buono dovrebbe essere lui, ma vuole continuare la guerra, quindi non riusciamo a provare simpatia per lui. Si viene a creare una sorta di ambiguità che ci fa riflettere su come sia difficile distinguere i buoni in un conflitto.

Come tante altre volte, in passato, sentì quanto era difficile dare un nome a tutto ciò che gli era accaduto in guerra, quasi che ci fosse un sortilegio per cui coloro che avevano vissuto non potevano raccontare, e chi sapeva raccontare non aveva avuto in sorte di vivere.

Cito brevemente il fatto che in ogni libro dell'autore ci debba sempre essere una scena d'intimitΓ , il cui senso mi rimane oscuro. La trovo assolutamente inutile, sebbene ogni volta le sia dato un significato diverso, ma aspetto solo che finisca e la storia vada avanti. Spesso gli stessi effetti che questa ha sui personaggi potrebbero essere suscitati attraverso la meditazione, la riflessione su sΓ© stessi o una conversazione. Anche in questo romanzo Γ¨ presente ed Γ¨ assolutamente insulsa.

Il finale non mi Γ¨ piaciuto per nulla, come detto prima tutto s'interrompe a metΓ  di un'azione e si rimane con un sacco di dubbi su cosa accadrΓ  in seguito. Non Γ¨ un finale vero e proprio, Γ¨ certo che ci sarΓ  qualcosa dopo, ma non ci Γ¨ dato di sapere cosa.

Riassumendo sono molto confusa, su tutto. C'Γ¨ questa idea dell'incompiuto che pervade tutto il romanzo, tutto Γ¨ confuso, vago, appena accennato. Bella l'idea, ma per ma non ha funzionato. Volevo sapere e la mia curiositΓ  non Γ¨ stata soddisfatta. Lo stile mi Γ¨ piaciuto e i personaggi non ne ho idea. 

Voto: 2 stelle e mezzo

🌟🌟 e 1/2

Quasi Brillante

Cosa ne pensate? L'avete letto? Se l'avete capito, per favore spiegatemelo!

Martha




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