Recensione - "Cari Mostri" di Stefano Benni

"Cari Mostri" 
di Stefano Benni


Buonasera a tutti lettori,
oggi è stata una giornata carina, sebbene io abbia passato quasi tutto il pomeriggio a dormire, colpita dal sonno che mi portavo dietro da una settimana. Per il resto la mia mattinata è andata bene e da Francese sto guardando un film che consiglio a tutti, soprattutto se vi piace guardare film in lingua originale "Molière", l'edizione del 2007. È davvero molto carino e divertente, ho passato ore a ridere e ad insultare un personaggio che non capiva nulla.
Ad ogni modo, tornando ai libri, oggi vi porto la recensione di un libro di cui vi ho parlato recentemente, presentatovi giΓ  un parere non proprio positivo. Adesso capirete cosa intendo.

Anno di pubblicazione: 2015
Titolo: Cari Mostri
Autore: Stefano Benni
Editore: Feltrinelli
Prezzo: 17,00€
Pagine: 247
Tempo di lettura: 3g

Trama


Stefano Benni sfida il racconto di genere e apre la porta dell’orrore. Lo fa con ironia, lo fa attingendo al grottesco, lo fa tuffandosi nel comico, lo fa tastando l’angoscia, lo fa, in omaggio ai suoi maestri, rammentandoci di cosa Γ¨ fatta la paura. E finisce con il consegnarci una galleria di memorabili mostri. 
E allora ecco gli adolescenti senza prospettiva o speranza, ecco il Wenge – una creatura misteriosa che semina panico e morte –, ecco il plutocrate russo che vuole sbarazzarsi di un albero secolare, ecco una Madonna che invece di piangere ride, dolcemente sfrontata, ecco il manager che vuole ridimensionare un museo egizio sfidando una mummia vendicativa. 
Con meravigliosa destrezza Stefano Benni scende negli anfratti del Male per mettere disordine e promettere il brivido piΓΉ cupo e la risata liberatoria. E in entrambi i casi per accendere l’immaginazione intorno ai mostri che sono i nostri falsi amici, i nostri veleni, le nostre menzogne.

Recensione

Ho preso questo libro in biblioteca perchΓ© volevo conoscere meglio l'autore, di cui avevo letto soltanto "le Beatrici", che mi era piaciuto.
Essendo perΓ² un'opera teatrale, volevo sapere come si destreggiava con la narrativa, quindi ho visto questo libro, m'ispirava e l'ho preso in prestito.
Credo di non riuscire nemmeno a mettere le mie impressioni in una recensione, perchΓ© sono davvero poche e sempre le stesse, quindi ve lo anticipo, sarΓ  una recensione breve.

Partiamo dalla trama?
Mi risulta difficile parlare di trama, in quanto il libro Γ¨ strutturato come una raccolta di 25 racconti, scollegati tra loro, che dovrebbero esplorare l'orrore e la paura in tutte le sue forme. 

Si puΓ² sicuramente trovare un filo conduttore nella spiccata critica sociale che permea ogni racconto, la quale devo dire che mi Γ¨ piaciuta, ha funzionato ed Γ¨ molto attuale. 
Vengono trattati temi come l'affidamento alla tecnologia, la violenza, la brutalità, la passione che si mette nell'essere dei fan, l'orgoglio...ecc. Tutti questi vengono estremizzati il limiti del grottesco e dell'horror per intensificare il messaggio che si vuole mandare e rendere quasi ridicole queste cose nelle quali riponiamo così tanta importanza.

Purtroppo di questi racconti me ne sono piaciuti soltanto 4, davvero poco su un totale di 25. Ma tutti gli altri non mi hanno lasciato nulla, se non forse un po' di disgusto.
Questo perché la struttura della raccolta di racconti per me non funziona, soprattutto se sono così corti, vanno dalle 3 alle 5 pagine, perché esco troppo velocemente da una storia per immergermi in un'altra e quella appena letta mi ha dato così poco, un minuscolo spunto con una risoluzione affrettata che poteva essere ampliato e rappresentare un libro in sé. Questo mi è dispiaciuto un sacco, perché soprattutto per i 4 che mi sono piaciuti avrei voluto saperne molto di più, invece hanno solo alimentato in me la curiosità per poi spegnerla bruscamente attraverso il finale.
Tante azioni, gesti , motivazioni non sono stati approfondite e mi hanno lasciata insoddisfatta.
Insomma, per me questa struttura non funziona, l'unico modo in cui potrebbe piacermi sarebbe se i racconti fossero piΓΉ lunghi e collegati tra loro arrivando a formare una sorta di trama organica.

Lo stile Γ¨ piacevole nel complesso, anche se nulla di particolare. Molto semplice e non particolarmente coinvolgente.

Passiamo ai miei preferiti.
"1. Cosa sei?" questo Γ¨ appunto il primo racconto che ci viene presentato e mi ha inquietata tantissimo, non avevo capito dove stava andando la storia e giΓ  nella mia ignoranza avevo molta paura, arrivando alla spiegazione (in poco piΓΉ di due righe) e alla conclusione sono stata presa dal ribrezzo. Mi ha messo talmente tanta paura da piacermi.
In sintesi la storia narra di un uomo che si ritrova in uno strano negozietto di animali mai visti prima e qui gli viene praticamente regalato un essere stranissimo, il Wenge che sviluppa per lui un attaccamento morboso. Da quando quest'essere entra nella sua vita iniziano ad accadere cose strane, inspiegabili e orrende...

la sua vista mi divenne insopportabile. Lo trattai male, lo lasciai senza mangiare, ma lui continuava a guardarmi con i grandi occhi spalancati e un'espressione quasi di compassione.

"7. La mummia" questo racconto si Γ¨ rivelato davvero troppo corto e in parte persino prevedibile, eppure Γ¨ riuscito a catturarmi.Avrei preferito che venisse spiegato meglio il finale e le motivazione che portano la protagonista a compiere ciΓ² che fa nella conclusione, ma Γ¨ comunque piacevole. Il mistero, la punizione che inevitabilmente avrebbe seguito l'orgoglio, una tavoletta e una richiesta d'aiuto, o forse piΓΉ di una?
Ci troviamo in un museo in cui la professoressa Antonietta tiene da anni in reparto sugli Egizi, fin dal principio capiamo che tutto il museo sarΓ  modernizzato, attraverso video interattivi e altre applicazioni tecnologiche, per mantenere il posto la professoressa ai metterΓ  ad indagare sul mistero di una mummia molto speciale.

Apparve una piccola mummia scura, in una teca di vetro. La professoressa la guardΓ² con interesse quasi amoroso. 
-Tu- disse sottovoce - sei davvero un mistero. Un affascinante mistero... se solo riuscissi a decifrare...

"15. Verso casa" questo racconto mi ha messo una tale angoscia che mi ha portata a sperare che finisse al piΓΉ presto e al contempo mi ha portata a riflettere su tutte le possibili spiegazioni per ciΓ² che stava accadendo al protagonista. Ve lo anticipo, non avevo capito nulla.
In pratica c'è quest'uomo o ragazzo, non si riesce a dedurne l'età che compie come ogni giorno il tragitto per tornare a casa, è una giornata particolarmente nebbiosa, per strada non c'è nessuno e la strada sembra infinita, ma è solo un'impressione o è davvero così? In breve si ritrova a non aver fatto nemmeno un passo e a girare in tondo tornando sempre all'inizio del suo percorso, ma perché? È reale?

In questi momenti io temo che la normalitΓ  che mi circonda, la tranquilla e ben nota quotidianitΓ , possa essere travolta da un fatto inatteso, sconvolgente, crudele. Allora penso che ogni cosa o persona che incontro potrebbe trasformarsi. Non lo temete anche voi?

"23. L'Uomo dei Quadri" in realtΓ  questo racconto Γ¨ cosΓ¬ cosΓ¬, perΓ² mi hanno colpita le atmosfere e, ovviamente, i quadri. Non capivo dove volesse arrivare, perΓ² c'era una paura strisciante che si avvicinava lentamente  lasciava presagire qualcosa di tremendo. in realtΓ  nel suo modo di provocare terrore, questa storia Γ¨ molto elegante, oserei dire raffinata. Non ci sono scene macabre, sangue, particolari orribili e disgustosi, una paura pulita e quasi affascinate.
Ci troviamo in un bar dove si presenta uno straniero molto particolare che incute timore al solo guardarlo, si siede e ordina da bere. nel frattempo osserva degli strani quadri appesi alle pareti, belli, ma inquietanti. Gli si avvicina un signore con qualcosa avvolto in un panno ed inizia a conversare con lui...

Tutti hanno paura. Tutti sono prigionieri della cornice. Non c'Γ¨ nessun gesto nei quadri che indichi una via di scampo da quella pietrificazione, da quel destino. Sanno che non possono fuggire da quello che stanno vedendo. E ciΓ² da cui non si puΓ² fuggire, ciΓ² che non puoi guardare negli occhi per chiedere pietΓ , o per intavolare una trattativa, Γ¨ la morte. Quei ritratti stanno tutti guardando la loro morte.

Nel complesso una raccolta mediocre, in sui spiccano solo questi 4 racconti, tutto il resto si puΓ² sorvolare. La struttura non ha funzionato per me personalmente e ci penserΓ² due volte prima di prendere nuovamente in mano un raccolta di questo tipo, la maggior parte dei personaggi non ha funzionato, erano stereotipati apposta e portati all'eccesso, ma descritti talmente poco da confonderli con facilitΓ , lo stile non Γ¨ nulla di che e la paura e la satira si mischiano in un mix non sempre piacevole.

E questo Γ¨ tutto.
Non so se leggere altro di Benni, vista questa delusione e soprattutto perchΓ© ho trovato alcuni racconti fin troppo volgari e con un umorismo che non mi piaceva.

Voto: 2 stelle

🌟🌟
Lucentezza mediocre

Avete libri di Benni da consigliarmi? Voi cosa ne pensate di questo autore? E di questo libro?
Martha



Commenti

  1. Eccomi qui! Un vero peccato non ti sia piaciuto, Benni Γ¨ per me un genio ma, come Γ¨ giusto che sia, la letteratura Γ¨ soggettiva! Questo Γ¨ in wish list da tanto tempo, chissΓ  quando arriverΓ  il suo momento. Devo dire che la tua recensione mi ha incuriosito parecchio nonostante - o forse proprio per - le critiche. Ti consiglierei Prendiluna dello stesso autore, ma Γ¨ molto particolare, come tutto il lavoro di Benni.

    Le raccolte di racconti sono un genere a se stante, o piacciono o non piacciono. Prosa e racconti brevi sono generi molto diversi fra loro, anche se non sembra. A me non dispiacciono, ma molto dipende dall'autore!

    Un bacio e a presto!

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    1. Ciao di nuovo Midori!
      Eh, per me questa volta non ha funzionato. "Le Beatrici" mi Γ¨ piaciuto, invece.
      Ne sono felice! Fammi sapere in caso dovessi leggerlo così ci confrontiamo.
      Me lo segno, grazie per il consiglio. Il fatto che sia particolare Γ¨ proprio ciΓ² che mi attira, vediamo se con questo libro funziona.

      Sì, mi sono accorta dell'enorme differenza. Non fanno per me. Ma sono felice che a te piacciano di più.

      Ciao, a presto.

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  2. Ciao! Come sai, Benni Γ¨ nella mia wishlist e ancora non ho letto nulla di suo. L'unica cosa che posso fare perciΓ² Γ¨ ricollegarmi al commento di Midori e consigliarti di puntare su un genere diverso, tanto per sperimentare tutte le scritture di Benni. Resto curiosa di sapere come andrΓ  e magari anch'io leggerΓ² qualcosa di suo.

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    1. Ciao di nuovo Amaranth,
      ho letto recentemente un altro suo volume, questa volta in prosa e mi sono ricreduta. Mi piace molto il suo stile, adesso vado a recuperare altri suoi libri.
      Provaci, te lo consiglio.

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